Studio 1
La Notte Di Peccato E Un Mattino Di Gioia.

 – UNA NOTTE DI LAGRIME E UN
    MATTINO DI GIOIA. 
– DUE METODI DI CERCARE 
    LA VERITA’. 
– METODO SEGUIDO QUI. 
– DIFFERENZA TRA LO STUDIO
   RIVERENZIALE DELLE

   SCRITTURE E L’ABITUDINE
   PERICOLOSA DELLE
   SPECULAZIONI. 

– LO SCOPO DELLA PROFEZIA. 
– IL PRESENTE STATO RELEGIOSO
   DEL MONDO CONTEMPLATO 
   AD UN DUPLICE PUNTO DI VISTA. 
-- TENEBRE EGIZIANE. 
– UN ARCO DI PROMESSA. 
– IL SENTIERO DEI GIUSTI E’ 
   UN SENTIERO PROGRESSIVO. 
– LA CAUSA DELLA GRANDE
    APOSTASIA. 
– LA RIFORMA. 
– LL MEDESIMA CAUSA E’ DI
   NUOVO D’IMPEDIMENTO A UN
   PROGRESSO REALE. 
–LA PERFEZIONE DELLA
  CONOSCENZA E’ COSA NON DEL
  PASSATO MA DEL FUTURO.

 

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"...al mattino erompe un grido di gioia."
Salmi 30:5

     Il titolo di queste serie di Studi – “Il Divino Piano delle Etá”, richiama alla mente una progressione nella disposizione divina, preconsociuta dal nostro Dio, e ordinata. Crediamo che gl’insegnamenti della rivelazione divina possono apparire belli ed armoniosi ad un tempo da questo punto di vista, e da nessun altro. 

     – Il periodo durante il quale il peccato è stato permesso era per l’uminatá una notte oscura che non sará mai dimenticata, ma il glorioso giorno di giustizia e di divini favori che sorgerá col Messia, – il quale, come il “sole di giustizia” deve alzarsi pienamente [10] e chiaramente in tutti e sopra tutti, portando guarigione e benedizione,” – compenserá bene al di lá la notte tremenda di lagrime, di sospiri, di dolori, di malattie e di morte in cui la gemente creazione dovette stare cosí a lungo. 

“La sera (la notte) appo noi alberga il pianto, ma la mattina vi e giubilo.” (Sa. XXX,5)

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Cosa il mondo sta aspettando?

    Come per istinto, tutta la creazione aspetta e brama, essendo come in travaglio e gemendo, il giorno ch’essa chiama “L’etá dell’oro”, ma non conoscendo il disegno di grazia del supreme Geova, Essa non ha che un vago presentimento di quel secolo; le sue piú alte concezioni riguardo una tale etá sono di molto inferiori a ció che sará in realtá. 

     Il Gran Creatore prepara un “banchetto di vivande opime” che, stupirá le sue creature e sorpasserá di assai le lore preghiere e le loro aspettazioni. E alle sue creature estatiche per le meraviglie, contemplanti la lunghezza, la larghezza, l’altezza e la profonditá dell’amore di Dio, egli dichiara:

“Perciocchè I miei pensieri non sono i vostri pensieri, nè le mie vie le vostre vie, dice il Signore conciossiacchè, quanto i cieli sono più alti che la terra, tanto sieno piú alte le mie vie che le vostre vie, e i miei pensierei che i vostri pensieri: (Esaia LV, 8-9).


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La Luce del Sole diGuistizia rivela "verita' presente" che ora e dovuta.

    Ci sforziamo in questo libro, e crediamo di esservi riusciti – di presentare al lettore benevolo e non prevenuto, il piano di Dio nei suoi giusti rapporti e di spiegare la sua marcia trascorsa, presente e futura in modo piú armonioso, piú glorioso e piú ragionevole di ció che comunemente si faccia. 

    In questo l’autore non s’arroge tuttavia nè saviezza, nè talento alcuno straordinario, ma egli lo attribuisce alla luce del Sole di Giustizia, che in quest’alba mattutina del Giorno di mille anni; rivela queste cose come “veritá presente”, giusto [11] in tempo per essere apprezzate dia sinceri – “i puri di cuore”.


Che cosa e' il fondamento razionale per fede?

    Dappoichè lo scetticismo è all’ordine del giorno, il fondamento medesimo della vera religione e della veritá è spesso controversato, dai piú sinceri perfino. Noi ci siamo provati a scorprire quel fondamento, la parola di Dio, sulla quale ogni fede deve essere edivicata – e di metterlo sufficintemente in luce, per dare, all’incredulo medesimo fiducia e certezza nella sua testimonianza. 

    E ci siam provati di pervenirci facendo appello alla ragione che potrá essere accettata come giudice. In seguito abbiamo tentato di edificare le dottrine della Scrittura su quel fondamento, in modo che quel medesimo giudizio puramente umano possa, colla misura (o regola di giustizia) la piú esatta di cui egli possa disporre, misurare i suoi spigoli od angoli il piú lontano che sia possible.


Obiettivo:

Un piano solido armonioso con il carattere di Dio e   l'armonizzazione delle Scritture in conflitto.

    Si è nella convinzione che le scritture rivelano un piano solido e armonioso, il quale, una volta riconosciouto si raccomanda da sè a ogni conscienza santificata, che questo lavoro è stato pubblicato; lo è stato nella speranza di aiutare coloro che studiano la Parola di Dio suggerendo, loro un seguito di pensieri armonizzanti tra di essi e colla parola inspirata.

    Coloro che riconoscono la Bibbia come la rivelazione del piano di Dio – ci rivolgiamo ad esse specialmente – ammetteranno senza dubbio che – se esse cono ispirate da Dio, le dottrine della Bibbia, prese nell’insieme, rivelano un piano che se armonizza in sè e concorda colle perfezioni del suo divino autore.

     Scopo nostro, come cercatori di veritaá, dovrebbe essere quello di ottenere l’armonia completa nel piano rivelato de Dio nella sua integritá;l e, come figliuoli di Dio, noi abbiamo piena ragione di sperarlo, [12] stante la promessa che lo spirito di veritá ci guider,á in ogni veritaá (Giov. XVI, 13).


I Metodi di Studio:

1. Investigare tutte le credenza religiosa
             o
2. Studiare la Parola Di Dio

    Come investigatori, due vie ci si aprono dinanzi, l’una consiste nell’esaminare tutti I modi di vedere, le opinioni accettate fra le diverse sette della chiesa e di trarre da ciascuna di esse l’elemento che noi possiamo considerare come veritá. – Sarebbe un’impresa senza via d’uscita. 

    La difficoltaá principale che incontreremmo in questo metodo sarebbe che, se il nostro giudizio era falso, inquinato anticipatamente, o se i nostri pregiudizi propendevano in una direzione qualunque – in chi ció non si verifaca egli? – la nostra scelta non sarebbe corretta; noi potremmo accettare l’errore e respingere la verityá. Inoltre, adottando un tale metodo, noi perderemmo molto, avvegnacheè la veritá progredisce continuamente; il suo splendore va crescendo fino alla pienezza del giorno, per tutti coloro che cercano e che camminano alla sua luce, mentre che i diversi “credo” della numerose sette sono fissi e sono restati stazionari da parecchi secoli.

   E ognuno di essi deve contenere dègli errori in larga proporzione, poichè si contraddicono gli uni gli altri in quistioni di altissima importanza.


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   Tale metodo adunque ci condurrebbe in un laberinto d’imbrogli inestricabili e di confusione, l’altro metodo consiste nel rinunziare a tutti i pregiudizi, e pensare che nessuno puó sapere del disegno divino piú di quello che Dio ne ha rivelato nella sua Parola e che Egli ha promesso di scoprire ai mansueti e agli umili di cuore (Sal. XXV, 9; Es. LXI, 1); e se, come tali, noi cerchiamo seriamente e sinceramente la sua linea di condotta, e le sue istruzioni, noi saremo guidati dal suo sommo Amore ad una comprensione della parola divina, tale quale essa deve essere compresa, valendoci della varie guide e degli studi biblici [13] che la provvidenza mette a nostra disposizione (vedi Efesi IV, 11-16).


C'i fa verita' nella tradizione?


Tutto L'insegnamento religioso dovrebbe guidare lo studente alle Scritture

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La Bibbia Di Ginevra

    Il presente lavoro è specialmente distinato a quella classe di cercatori. Si osservverá che le argolmentazioni non sono tratte che dalle Scritture, salvo laddove è stato mestieri di ricordare la storia secolare come prova dell’adempimento delle Scritture. 

    Nessuno importanza è stata attribuita alla testimonianza dei moderni teologi, e quella dei cosidetti Padri, o Padri della Chiesa è stata scartata. Parecchi d’infra essi hanno accertata e attestata la veracitá di pensieri espressi in questo libro, ma noi crediamo essere un difetto commune ai tempi nostri ed alle etá passate lo ammettere certe dottrine semplicemente perchè altri, in cui si aveva fiducia, fecero cosí. 

    In ció sta manifestamente una sorgente feconda d’errori, dappoichè molte persone per bene hanno creduto e insegnato l’errore in perfetta buona coscienza (Fatti XXVI, 9). I cercatori di veritá dovrebbero anzitutto vuotare i loro vasi della acque fangose della tradizione e riempirli alla sorgente limpida della veritá: – la parola di Dio – e non attribuire importanza alcuna a una dotrina religiosa se essa non attinge a quella sorgente.


Lo studio intensivo e ordinato e' necessario nella scienza della rivelazione divina


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    Il presente lavoro è molto troppo ristretto anche per un esame breve e generale di tutta la Bibbia e del suo insegnanmento; ció non pertanto, conoscendo la fretta o la diligenza del nostro tempo, ci siamo studiati di essere tanto brevi quanto lo comporta l’importanze del soggetto che trattiamo.

    Ci piacerebbe far osservare al lettore interessato che sarebbe inutile per lui di percorrere questo lavoro, di sfiorarlo, per cosí dire, nella speranza di ricavare la forza e l’armonia del piano che vi è rappresentato e le evidenze della Scritture che vi sono citate.

   Abbiamo tentato die presentare da un [14] capo all’altro i vari frammenti della veritá non solo in una tale lingua, ma altresí in un tale ordine, che sia piú facile a tutte le classi di lettori di afferrare chiaramente l’oggetto e il piano generale. 

    Ma se l’apprezzamento d’una scienza qualunque richiede, necessita uno studio generale e regolare è specialmente nella scienza della rivelazione divina che spicca una tale necessittá. 

    E in quest’opera ció è doppiamente necessario, poichè questo libro è un trrattato della veritá divinamenta rivelate e di piú uno studio del soggetto a un pubnto di viste che – per quanto sappiamo – differisce completamente da qualisiasi altra opera. 

    Non faciamo apologia veruna perchè trattiamo vari soggetti comunemente negletti fra I cristiani, – tra gli altri, il ritorno del Signore, le profezie e il simbolismo dell’Antico e del Nuovo Testamento. Non dovrebbesi nè presentare nè accettare nessun sistema teologico che ometta quei tratti cosí salienti delle dottrine della Scrittura. 

    Ci auguriamo nondimeno che una grande distinzione sia fatta tra lo studio serio e sobrio e convinto delle profezie e d’altri scritti esamenati alla luce dei fatti storicamente compiuti, per arrivare a conclusioni alle quali il senso commune e santificato puó dare il suo assentimento, e tra la pratica comunissima della speculazioni, la quale, applicata alle profezie, è troppo propensa a cadere nell’esagerazione d’una teoria selvatica e nelle vane immaginazioni. 

    Tutti coloro che cadono in quella pericolosa tendenza si dánno generalmente come profeti (?) invece di uomini stuiosi delle profezie.


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    Nessun’opera è piú bella e maggiormente nobilita che lo studio riverenziale dei disegni rivelati di Dio “nei quail gli angeli desiderano guardare addentro” (1 Piet. I, 12). 

    Il fatto che sapienza di Dio provvide a delle profezie concernenti il fu[15]turo, come pure a predizioni che riguardano il presente e il passato, è in se stesso, per parte di Geova un rimprovero alla follia di alcuni suoi figliuoli, che hanno scusata la loro ignoranza e la loro negligenza nello stuio della sua Parola col dire:  

“Vi è nel quinto capitolo di S. Matteo abbastanza per salvare chicchessia”.


Oggetto delle profezie:

E' quello di familliarizza re il figlio consacrato di Dio con il disegno Del  padre

    Non dobbiamo supporre neppure che la profezia sia stata data al solo scopo li soddisfare la curiositá relativamente al futuro. 

    E’ chiaro che lo scopo della profezia è quello di famigliarizzare il figliuolo consacrato di Dio coi disegni del suo padre, affin di ridestare il suo interesse e la sua simpatia verso quei disegni medesimi, e affin di renderlo atto a contemplare tanto il presente che il futuro al punto di vista di Dio; e che, in tal guisa famigliarizzato coll’opera del Signore, ei possa servire non solo in guisa di servo, ma piú ancora in qualitá di figliuolo e di erede.

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    La rivelazione di ció che sará resiste all’influenza di ció che è al presente. L’effetto d’uno studio accurate non puó se non fortificare la fede e spingere alla santitá.

    La situazione religiosa del mondo attuale – dopo che l’Evangelo è stato predicato per diciannove secoli circa – è tale (nell’ignoranza in cui si è generalmente del piano di Dio riguardo alla liberazione del mondo, del peccato e delle sue conesguenze, e nell’idea erronea che la Chiesa nominale nella sua condizione presente sia la sola via per la conversione del mondo), che in ogni mente seria, che fu cosí male informata in quel punto, debbon farsi strada dei dubbi della massima gravitá.

E' la missione della chiesa la conversione del mondo?

    E dubbi di quel genere non si possono guari sormontare se non per mezzo della veritá. Infatti, per ogni osservatore ponderato, di due cose l’una deve essere apparente: 

    Ovvero la chiesa ha commesso [16] un grande sbaglio supponendo che compito suo nella presente etá e nelle sue condizioni attuali, fosse la conversione del mondo, ovvero il piano di Dio, si sarebbe urtato ad un insuccesso molto apparente.

     Quale lato dell’alternativa dobbiamo noi accettare? Molti hanno accettato, e molti piú ancora afferraranno l’ultimo per gonfiare e ingrossare le file dell’incredulitá, sia segretamente, sia in modo palese. Parte dello scopo di questo libro consiste nel rialzare quelli che in tal modo cadono onestamente.

 

 

DIAGRAMMA
Esposizione del numero attuale e comparato 
del genere umano classifacato 
conformemente alle diverse religioni.

 

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  Pagani

Maomet-
tani 
Ebrei    Romani
Cattolici
Greci o
Scismatici
Protes-
tanti
856
milioni
170 
milioni
8
milioni
190
milioni
84
milioni
116
milioni

                                      
                                                                                                


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Percentuale relativo della popolazione del mondo classificate secondo la religione

YEAR: 1881 1981
Pagani 60.5% 63.9%
Maomettani 12% 13.3%
Ebrei 0.5% 0.3%
Cattolici Romani 13.0% 13.1%
Ortodosso Orientale 6.0% 1.7%
Protestanti 8.0% 7.7%

Popolazione che non e' Christiana 1881 - 72.5%
Popolazione che non e' Christiana 1981 - 77.3%

 

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Circa due terzi della popolazione del mondo e' ancora pagana

 

 

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    Il Watchman, giornale dell’Uniione cristiana del giovani di Chicago publicó alla sua volta il medesimo diagramma, e dice nel suo commentario:

    "Le idèe di molti sulla situazione religiosa del mondo sono assai nebulose e incerte. Noi udiamo parlare di opere grandiose di rinnovamento o di rinascenza, in mezzo a noi e in lontananza, di nuovi sforzi missionari in tutte le direzioni, di paesi che si aprono al Vangelo, ci si dice che somme considerevoli sono votate alla sua propagazione: e noi potremo essere convinti che sforzi bastevoli sono stati fatti per l’Evangelizzazione dei popoli della terra.

    "Si calcola che la popolazione del globo salga attualmente 1,424,000,000 d’anime, e dall’osservazione del diagramma ci accorgiamo che piú della metá –  i due terzi circa – è ancora totalmente pagana, e il rimanente è composto in gran parte sia di adoratori di Maometto e di membri delle due grandi chiese apostate della fede, la cui religio [17] ne pratica non è che una idolatria cristianizzata, e delle quali si puó a stento dire che esse tengono o insegnano ancora il Vangelo di Cristo.

    "Circa i 116.000.000 di protestanti di nome conviene ricordar quale grande quantitá in Germania, in Inghilterra e negli Stati Uniti sono impantanati nell’incredulitá, – uin’oscuritá piú profonda ancora di quella del paganesimo, se possible – e quanti sono acciecati dalla superstizione, o immersi nell’estrema ignoranza: di modo che mentre 8 miliioni di Giudel respingono Gesú di Nazareth e che piú di 300 milioni protanti il suo nome hanno fatta apostasia in quanto alle fede, piú di 170 milioni rendono omaggio a Maometto, e l’enorme massa del resto dell’unmanitá è, insino ad aggi adoratrice di tronchi e di pietre, de propi antenati, di eroi morti, e persino del Diavolo: tutti piú o meno hanno servita la creature invece del Creatore benedetto in eterno. Non è ció bastevole per attristare profondamente i cuori dei cristiani riflessivi e capaci de compatire?"

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    Triste quadro davvero. E ancorchè il diagramma offra della gradazioni tra pagani, maomettani e guidei, essi sono nondimeno tutti uguali in una totale ignoranza del Cristo. Taluno potrebbe a tutta prima supporre che questo quadro del numero proporzionale di cristiani è troppo fosco, piuttosto esagerato, ma noi crediamo che il contrario sia vero. Esso mostra la cristianitá nominale sotto i colori i piú brillanti. 

    Per esemio i 116,000,000 contati come protestanti eccedono di moltto il numero vero. Sedici milioni a nostro avviso esprimerebbero piuttosto il numero de membri adulti della chiesa professante, e temiamo che un milione sia una estimazione troppo elevata assai del “piccolo gregge” de “Santificati” in Cristo Gesú, i quali “camminano, non secondo la carne, am secondo lo Spirito”. Giova non dimenticare che un gran parte delle persone contate fra i membri della chiesa sono dei banbini minorenni. Ció si verifica specialmente in Europa.

     [19] In varie contrade di questo continente i fanciulli sono annoverati fra i membri della chiesa fin dalla loro piú tenera infanzia.

E' ci' speranza per le moltitudini del passato?
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     Ma, per quanto tetra possa parere quell’immagine, non è la piú ponderosa che ci presenti l’attuale umanitá decaduta. Il diagramma di cui sopra rappresenta soltanto la generazione che vive al presente. 

    Quel pensiero diviene veramente oribile allorchè consideriamo il fatto che, secoli dopo secoli dei sei mila anni trascorsi, altre grandi moltitudini sono state travolte, che si trovavano quasi totalmente involte nella medesima ignoranza e nel peccato. Scena tenebrosa! Al punto di vista popolare, in veritá, è uno spettacolo terribile!

    I diversi credo (simboli e confessioni di fede) odierni, insegnano che tutti quei bilioni di creature umane ignoranti del solo nome dato sotto al cielo “pel quale ci convenga essere salvati”, torvansi diretti sulla via dei tormenti eterni: e non solo ció; essi insegnano che la stessa sorte aspetta altresí i 116 milioni di protestanti, eccezione fatta di alcuni santi.

    Non è da stupirsi, quindi, che coloro che credono cose cosí orribili de disegni e dei consigli di Geova, spieghino tale zelo per l’avanzamento d’imprese missionarie, è da maravigliarsi anzi che non cadano nella disperazione. Credere e ammettere realmente simili conclusioni, sarebbe privare la vita nostra di qualsiasi gioia; ogni sguardo non incontrerebbe che lutto e tristezza.

Quale e' il destino dei pagano?

    Come prova che non abbiamo rappresentata falsamente “l’ortodossia” (la conformitá col dogma religioso), circa il destino dei pagani, citiamo la conclusione del foglio volante:  “Un appelo muto di soccorso delle missioni straniere” – sul quale il diagramma è stato pubblicato; ecco la conclusione del discorso:

    [20] “Evangelizzate le generazioni innumerevoli nei luoghi lontani – le migliaia di milioni d’anime che, nella proporzione di 100.000 ogni giorno muoiono senza Cristo, senza speranza veruna”.

    Ma ancorchè dal punto di vista dei credo unmani esista tale sconfortante prospettiva, le Scritture ne offrono una piú brillante. Lo scopo di queste pagine tende a dimostrarcelo. 

    Noi non possiamo credere che il gran piano abbia incontrato o sia per incontrar tale crollo (disegno fallito), perchè siamo meglio istruiti dalla divina Parola. Qual sollievo pel cuore d’un figliuolo di Dio, inquieto a questo riguardo se egli riconosce che il profeta Isaia predisse giá da molti secoli la vera situazione e il rimedio dicendo:

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  “Perciocchè, ecco, le tenebre copriranno la terra, e la caligine coprirá I popoli; ma il Signore si leverá sopra te, e la sua gloria apparirá sopre te. E le genti cammineranno alla tua luce e i re allo splendor della luce del tuo lavare; oppure verranno verso la luce del tuo levare” (vers. di Darby) (Esaia LX, 2,3).

    L’oscuritá profonda vien rischiarata in questa profezia dall’arco di promessa: La nzioni (i popoli della terra in generale) verrano verso la tua luce”.

    La porlungata miseria e le tenebre del mondo, come il progresso lento della veritá non sono stati soltanto un mistero per la Chiesa, ma il mondo stesso ha conosciuto e risentita la sua condizione. Simili a quelle che coprirono l’Egitto, quelle tenebre sono state sí folte che potevansi toccare. 

    Per prova, ponderate lo spirito dei seguenti versi trati da un giornale di Filadelfia. I dubbi e l’oscuritá dei credo delle diverse scuole, opposti gli uni agli altri, non sono ancora dissipati, a quanto pare, dai pensieri dello scrittore, dai raggi della veritá divina proveniente direttamente dalla Parola di Dio:

[21] La vita è gran mistero, ma a noi chi dir potrá
Perchè di questa creta ha Dio necessitá?
Da la sua man formata con sommo suo poter,
Materia ed intelletto han spirito e voler,
Sol nata per morir – ahi, fato ben sicuro! –
Qual mai di questo spirito il porto fia oscuro?
Nessuno ancora giammai fra la grande fiumana
Che visse e che morj ne la miseria umana,
E’ poi fra noi tornato il gran segreto a disvelar
Del futuro, ove tutti dovremo un giorno entrar.
Da Te, o Signore, invocasi qualche luce novella
Che I passi nostri guidi qual benefica stella;
Che la mente illumini senza poggiar su fede,
E le notturne ombre sgombri al fin dal piede:
Quel dubbio sí pauroso, quel gelido tremor,
Pensiero che avvelena dei beni il ver tesor.
Quest’lingegno movile, con slancio piú ardito
I dogmi altrui rigetta – rinnegali stizzito –
Che avverse sètte impongono e insegnano le scuole
E la ragione avvincono con leggi e con parole.
Quale, o Signor, Tu sei conoscere desiamo,
Qual parte noi del tutto rappresentar dobbiamo;
E, presso Te, qual posto fu a noi giá destianato.
O supremo Fattore d’infinito creato,
Deh! Gli occhi nostri libera dal velo che li oscura,
Comanda che sia luce, ma luce bella e pura.
Rilevaci il segreto del grande Trono d’or,
Nel buio dell’ignoto cerchiamo il ver tesor.

A questo noi rispondiamo:
Fra breve della vita, aperto il grande arcano,
Dirá che questa creta Dio non la vuole invano;
Da la sua man creata, col sommo suo poter,
A lui simile in tutto, sia mente che voler
Dessa a morir non nata, bensí a novella vita,
Di lui segue il precetto che a ben oprare invita;
Non giá per la sentenza che in nulla si risolve
“Di polvere formata ritornerai in polve”
Poichè fra la fiumana un Uomo tal vi fu
Che visse, che soffrí e che morí quaggiú;
Che vinse e che risorse ed il pensier di Dio
Riveló pel futuro ch’è tanto tuo che mio;
[22] E il verbo suo ci svela la gran luce novella
Che i passi nostri guida qual benefica stella.
Che non la fede segue, ma la vision sicura
E sperde de la notte la tetra ombra oscura;
Quel dubbio pauroso, quel gelido terror,
  Pensiero che avvelena de’ beni il ver tesor;
E quel sottile ingegno che in modo piú ardito
I dogmi altrui rigetta – rinnegali stizzito  
Che prave sette impongono e insegnano le scuole,
E la ragione avvincere vorrían con le parole.
Vederti qual Tu sei si puote ora imparare
Qual parte nel gran tutto a noi toccherá fare;
E presso Te qual posto ci sia giá disignato;
O supreme Fattore d’infinito creato,
Ora ch’è tolto il velo appien con manifesti
Per chiunque sia guidato da raggi sí celesti,
I sublimi segreti del grande Trono d’or.
A lui che li dischiude sia sempre gloria ed onor.

    Benedizioni di tal natura stanno per scendere sul mondo, e ció per la rivelazione della parola e del paino divino, e noi confidiamo che il presente lavoro sia una parte di tali benedizioni e rivelazioni.

 

 

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Quello chi illumina la lampada

    Chiunque si diparta dalle vane speculazioni umane e impieghi il suo tempo a investigare le Scritture, senza respingere la ragione di ciu Iddio ci esorta a far uso (Esaia I, 18) troverá che un arco di promesse benedette abbraccia tutta la distesa dei cieli. Ma sarebbe un errore il credere che coloro che sono senza fede e senza giustificazione, che ne è la conseguenza, possano essi pure afferrare chiaramente la veritá: no, essa no è per essi. Il salmist dice: 

“La luce è seminata al giusto” (Salmo XCVII, 11).

    Una lampada è stata devoluta al figliuolo di Dio, lampada la cui luce dissipa molte tenebre dal suo sentiero.

 “La tua parola è una lampada al mio piè e un lume al mio sentiero” (Salmo CXIX, 105). 

    Ma non v’ha che il sentiero del giusti che sia come la luce che spunta, la quale va vieppiú risplendendo, finchè sia chiaro giorno (Prov.[23] IV, 18. Attualmente non vi sono giusti – non v’è alcun giusto, neppure uno (Rom. III, 10). Si allude qui a quelli che sono “giustificati per fede”. Quelli soltanto hanno il privilegio di seguire il sentiero in cui va vieppiú risplendendo la luce – di vedere non solo lo sviluppo attuale del piano di Dio, ma eziandio le cose a venire.

Patriarchi, profeti, gli apostoli ed i santi hanno camminato alla luce che continua sempre crescente

    Quantunque sia vero che il sentiero d’ogni singolo credente è un sentiero che resplende, l’applicazione speciale di quella espressione si riferisce tuttavia a una classe di giusti (giustificati). 

    I patriarchi, profeti, gli apostoli ed i santi del passato e del presente camminarono nella sua luce sempre crescente; e quella luce andrá crescendo ancora al di lá del tempo presente “finchè sia chiaro giorno”. E’ un sentiero continuo, e su di esso brilla questa luce unica – il Rapporto divino, – che si accentua sempre piú e che illumina il sentiero nel tempo e alla distanza voluta.

    E perció, “guisti, giubilate nel Signore” e aspetate l’adempimento della promessa. Molti cristiani hanno una fede cosí scadente che non si aspettano a maggior quantitá di luce, e, a causa sempre della loro incredulitá e della loro indifferenza, sono lasciati nelle tenebre allorchè avrebbero potuto seguire la luce sempre crescente.

    Lo spirito de Dio, dato per condurre la Chiesa nella veritá, vuol prendere di ció che è scritto e rivelarcelo; tenendoci a ció che è scritto non manchiamo di nulla, perciocchè le sacre scritture possono rendere savio a salute per la fede in Gesú Cristo 2 Tim. III, 14).

"La mattina viene" - per tutto il mondo

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    Quantunque sia vero ancora che “le tenebre copono la terra, e la caligine i popoli”, il mondo non resterá sempre in quello stato. Noi siamo certi che “la mattina viene”(Esaia XXI, 12). 

    E nel modo stesso che il Signore fa alzare il sole sui giusti e sugl’ingiusti, cosí pure il Sole di Giustizia [24] splenderá al giorno del Millennio in favore del mondo tutto, e “metterá in luce le cose occulte delle tenebre” (1 Cor. IV, 5). Egli dissiperá i vapori perniciosi del male, e recherá vita, salute, pace e gioia.

    Guardando indietro nel passato, noi constatiamo che allora la luce non brillava che debolmente. Oscure e indeterminate erano le promesse delle etá tracorse. Le promesse fatte ad Abraamo e ad altri, e rappresentate con tipi nella legge, e le cerimonie d’Israele secondo la carne, non erano che delle ombre e non davano che un’idea vaga delle meravigliose e benevoli intenzioni di Dio. 

La speranza dei Giudei

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    Appena arriviamo ai tempi de Gesú, la luce si fa maggiore. L’aspettazione piú viva fino allora, era quella di un liberatore che Dio manderebbe per salvare Israele dai suoi nemici; lo innalzerebbe sopra tutte le nazioni, e che dopo avergli data quella potenza, Iddio si varrebbe di quell popolo quale intermediario per benedire tutte le famiglie della terra. 

    Ma, considerate dal punto di vista puramente umano, le condizioni poste per ottenere quella potenza nel regno di Dio erano cosí difficili da ció che aspettttavano i Giudei, esse parenano cosi difficili a essere realizzate per la classe eletta che tutti, un piccol numero eccettuato, furono acciecati riguardo alla buona novella. 

    E il loro accecamento e la loro ostilitá contro di essa andó crescendo allorchè lo sviluppo del piano di Dio venne all’epoca fissata per estendere ad ogni creatura sotto al cielo l’invito di partecipare al regno promesso diventando per fede figliuolo d’Abraamo e erede delle promesse che furongli fatte.

La speranza della Chiesa

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    Ma allorquando, dopo la Pentecoste, l’Evangelo predicato da Gesú fu compreso, la Chiesa vide che le bendizioni pel mondo sarebbero di natura durevole e che per ottenerle, il regno esser doveva spirituale, composto di veri Isreliti”, d’un “piccolo gregge” che, scelto ad un tempo tra Giudei e le [25] Nazioni sarebbe innalzato alla natura e alla potenza spirituale. 

    Cosí noi leggiamo che Gesú “ha prodotta in luce (messo in evidenza) la vita e l’immortalitá, per l’Evangelo (2 Tim. I, 10). E una luce, piú vivida ancora risplende dopo Cristo come Egli stesso la predisse dicendo:

“Io ho ancora cose assai a dirvi, ma voi non le potete ora portare. Ma quando colui sará venuto, cioè lo spirito di veritá, egli vi guiderí in ogni veritá …. e vi annunzierá le cose a veniere” (Giov. XVI, 12-12).

Una classe "Il clero" svilupparsi

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    Dopo la morte degli Apostili, venne peró un tempo in cui la chiesa, nella sua maggioranza, cominció a trascurare la lampada e a confidare i suoi interessi a dottori umani; e quei dottori, gonfi di orgoglio, attribuironsi dal bel principio titoli e cariche, e cominciarono a regnare sull’ereditá di Dio. 

    Poi, a grado a grado, si formó una classe speciale “il clero” i cui membri consideraronsi e furono considerati come guide nella fede e nella vita pratica, contrariamente alla Parola di Dio. Per quella sottomissione alla dottrina di uomini fallibili e per la negligenza della parola del Dio infallibile, il grande sistema del papismo no tardó a sviluparsi.

La Riforma - Un colpo ardito e benedetto per liberta' e la Bibbia

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Martino Lutero ad un consiglio nella citta' di Worms

    Non occorre ricordare il male nefasto che seguí per aver negletta la veritá, ognun sapendo che la Chiesa, e con essa il mondo civilizzato, fu quasi totalmente incatenato da quell sistema e ridotto alla bassezza dell’adorazione di tradizioni e di confessioni d’uomo. Per la redenzione di una tale schiavitú un colpo ardito e benedetto fu portato dalla Riforma.

    Dio suscitó campioni valenti e lottatori intrepidi per la sua Parola, fra I quail trovaronsi Lutero, Zwingli, Melantone, Calvino, Farel, Wicleffo, Knox ed altri. Essi attirarono l’attenzione sul fatto che il papato aveva messo sa parte la Bibbia, sostituendole i dereti e i dogmi della Chiesa; [26] esse fecero toccare col dito alcune delle sue dottrine erronee e delle sue pratiche funeste, provando ch’esse erano fondate sulle tradizioni, contrarie alla veritá e opposte alla parola di Dio.

    Quei riformatori e i loro seguaci furono chiamati protestanti perchè protestarono contro il papato, e misero in onore la Parola di Dio come sola ed unica regola corretta della fede e della pratica.

 

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Martino Lutero
1483-1546

 Germania

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William Tyndale
1484-1536

L'Inghilterra

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Giovanni Huss
1369-1415

La Boemia

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Giovanni Wicleffo
1324-1384

L'Inghilterra

 

 

 

 

 

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La costruzione de l'arca di Noe

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Noe' il predicatore della verita' 

    Numerose anime fedeli camminarono ai giorni della Riforma nella luce, in quella misura che essa allora splendeva. Ma in seguito i protestanti hanno fatto dei progressi poco notevoli, perchè, invece di camminare nella luce, si raccolesero intorno ai loro conduttori prediletti, non volendo vedere che ció che vedevano costoro, e nulla al di lá. 

    Essi posero dei limiti ai loro progressi sulla via della veritá, essi rinchiusero, chiostrarono colle scarse etá che possedevano una grande quantitá di errori che la “madre chiesa” aveva loro legati. La maggioranza dei cristiani, supponendo che nulla possa essedre conosciuto circa il piano di Dio, oltre ció che ne conobbero i Riformatori, professa un ossequio superstizioso per i credo e i simboli formulati da tanti secoli.

    Quell’errore fu grave di conseguenze funeste. Imperciocchè, indipendentemente dal fatto che non furono esumati dale macerie dell’errore che alcuni grandi principi di veritá, sonvi tratti speciali della veritá che maturano del continuo e dei quaili i cristiani si sono privati con quelle siepi e cinte che sono le confessioni di fede. 

    Ad illustrzione di ció che precede: Ai giorni di Noè era una veritá che un diluvio doveva venire, e una veritè che allora richiedeva fede da coloro che vollero seguire il sentirero della luce, mentre che Adamo a altri nulla ne seppero. 

    Non predicherebbe la veritá chi anunziasse ancora oggi giorno un diluvio, ma sonvi alter veritá proprie ad essere dispensate, (o conformi all’ordine dei temi) che maturano e se [27] realizzano constantemente, cosa che dobbiamo riconoscere se camminiamo alla vera luce della lampada; tanto vero che se non possedessimo che tutta la luce toccata ai secoli scorsi, e nulla piú, noi saremmo all’ora attuale proporzionatamente nelle tenebre.




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    La parola di Dio è un gran fondaco di provvigioni pei pellegrini affamati che viaggiano sul sentiero risplendente. 

    Quivi è latte pai fanciulli nuovamente nati, e cibo sodo per gli uomini fatti (1 Pietro II, 2, Ebrei V, 14); meglio ancora, essa contiene un cibo appropriato elle varie stagioni e elle diverse condizioni; e Gesú ci dice che “il dispensatore leale e avveduto dará loro a suo tempo la porzione del viver loro, e che egli trarrá fuori dal suo tesoro cose vecchie e cose nuove (Luca XII, 42; Matt. XIII, 52). Sarebbe impossibile il produrre o trarre simili cose dal tesoro del credo d’una setta.

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La Bibbia Di Tyndale

    Noi potremmo bene trarne qualche cosa vecchia e buona da ciascuna, ma non ne trarremmo nulla di nuovo. La veritá contenuta new dogmi delle varie sette è talmente coperta e frammista ad errori che la sua bellezza inerente e il suo valore non sono percettibili. 

    I diversi credo si urtano e si contraddicono continuamente l’un l’altro; e siccome tutti pretendono essere basati sulla Bibbia, la confusione dei pensieri e la discordia che ne risulta sono imputate al sacro Libro. Ció diede origine al proverbio commune: 

“La Bibbia è un vecchio violino, sul quale si puó a piacere suonare qualunque melodia”.

"...siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domandi spiegazione della speranza che e' in voi con mansuetudine e timore."
1 Pietro 3:15

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    Quanto, ahimè! Quell detto esprime l’odierna incredulitá, propagata mercè le tradizioni umane di una nozione falsa della parola e del carattere di Dio. Ma l’incredulitá proviene anche dallo sviluppo del’ intelligenza che non si vuol piú a lungo prostare in un rispetto cieco e superstizioso delle opinioni del proprio simile, ma “chiede ragione [28] della speranza ch’è in noi”. 

    Ogni fedele credente e lettore della Bibbia dovrebbe quindi essere capace di dare in ogni tempo e circostanza “ragione della speranza ch è in lui.”. La Parola di Dio soltanto ci puó “rendere savi a salute”, ed è utile per insegnare ed istruire, etc., “affinchè l’uomo  di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni buona opera”. (1 Pietro III, 15, 2 Tim. III, 15-17).

    Quel deposito unico contiene solo una provvigione inesauribile di cose nuove e vecchie, di cibo al tempo opportune per I famigliari della casa. 

    Certamente nessuno di quelli che pongon fede al passo della Scrittura che asserisce che “il sentiero dei giusti va vieppiú risplendendo fin che sia giorno chiaro” (che il giorno sia alla sua perfezione) vorrá sostenere che il giorno fosse alla sua perfezione ai tempi di Lutero; ond’è che noi facciam bene di vegliare sulla nostra lampada come “sopra una lampada rilucente in un luogo oscuro, finchè schiarisca il giorno” ( Pietro I, 19).

 

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    E non basta neppure di trovarsi attualmente sul sentiero della luce; occorre ancora seguire la luce, continuare a progredire, altrimenti la luce, che non sosta mai, prosegue il suo cammino e ci lascia nelle tenebre (Giov. XII, 35). 

    La diffcoltá riguardo a molti sta in ció che essi restano seduti e non camminano sul sentiero di luce. Predete una tavola analitica concordante ed esaminate i passi alle parole “sedersi” ed  “arrestarsi” poi comparateli con quelli trovati alle parole “camminare” e “correre”, e voi troverete un gran contrasto. 

    Gli uni “abitano nelle tenebre”, si “siedono al banco degli schernitori” e si “arestano” sulla via dei peccatori, mentre altri “camminano alla luce” e “corrono” per ottenere il premio (Esaia XLII, 7; Salmo I, 1: 1 Cor. IX, 24: Ebrei XII, 1).

"Tutte le Scriture sono divinamente inspirate e utile a ad insegnare, fa convincere, a correggere, e a istruire nella giustizia." 
2 Timoteo 3:16

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    La perfezione della conoscenza non è una cosa del passato, ma bensí del futuro, – d’un avvenire molto vicino, noi lo crediamo in tutta fiducia; e prima di riconoscere quell fatto noi non siamo in istato di apprezzare e di aspettare nuovi svolgimenti del piano del Patre nostro. 

    Vero è che ritorniamo ancora alle parole dei profeti e degli apostoli per tutte le conoscenze del presente e del futuro, non peró perchè essi meglio di noi avrebbero sempre compresi i disegni ed i consigli di Dio, ma perchè Iddio si serví di essi come di canali per comuncarci – come pure alla Chiesa tutta – attraverso l’etá del Vangelo, la veritá relativa al suo piano, appena essa sarebbe matura per la comprensione nostra. Questo fatto è sovrabbondantemente provato dagli apostoli.

    Paolo ci narra che Dio ha fatto conoscere alla Chiesa cristiana il segreto della sua volontá, secondo che l’aveva precedentemente risoluto in se stesso, ma ch’egli non l’ha mai manifestato in altre etá, sebbene egli lo abbia deposto sotto forma di discorsi oscuri. 

    Que’ discorsi non potevano essere compresi che all’epoca della loro maturitá, affinchè gli occhi della nostra mente s’illuminino onde potere apprezzare la “chiamata celeste” designata esclusivamente per i credenti dell’era evangelica (Efesi I, 8, 10, 17, 18; III, 4, 6). Ció ci mostra chiaramente che nè i profeti nè gli angleli comprendevano il pensiero della profezie da essi emesse. 

    Pietro ci dice che quando essi cercarona con ansietá di conoscere il loro signifacato, Iddio dichiaró che le veritá nascoste nelle loro profezie non eran per essi, ma per noi dell’èra del Vangelo. Egli esorta la Chiesa a sperare altre grazie (favori or benedizioni) ulteriori in quella direzione – piú completa conoscenza dei piano di Dio (1 Pietro I, 10-13).


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L' Apostolo Pietro

 

    Chiaro apparisce che allorchè Gesú promise che [30] la Chiesa doveva essere condotta in tutta la veritá, sarebbe stato per mezzo di uno svolgimento graduale. Mentre ai giorni degli Apostoli la Chiesa fu scevra di molti errori che apparirono sotto al papato, non possiamo tuttavia ammettere che la Chiesa primitiva abbia visto addentro e chiaro nel piano di Dio come a noi è possibile di farlo oggigiorno. 

    E’ evidente altresí, che i diversi Apostoli, avevano dei gradi diversi di luce sul piano divino (il che non scema per nulla il fatto che tutti i loro scritti furono diretti o ispirati da Dio nella stessa guisa che le parole dei profeti). Per prova ci basti ricordare la condotta vacillante di Pietro e degli altri Apostoli, ad eccezione di Paolo, per un tempo, allorchè l’Evangelo cominció a spargersi fra i Gentili (Atti X, 28; XI, 1-3; Galati II, 11-14). 

    L’incertezza di Pietro era in evidente contrasto colla sicurezza di Paolo, sicurezza attinta dalle parole dei profeti, dai procedimenti anteriori di Dio e dalle rivelazioni ch’ei gli aveva fatte precedentemente.

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L' Apostolo Paolo

 

    Paolo ricevette evidentemente delle rivelazzioni piú abbondanti che qualsiasi altro Apostolo. Non era lecito di comuncare quelle rivelazioni alla Chiesa, e neppure agli Apostoli nella loro pienezza (2 Cor. XII, 4; Gal. II, 11-14); ma noi possiamo riconoscere tuttavia il valore che quelle visioni date a Paolo avevano per l’intiera Chiesa: poichè s’egli è vero che non gli fu permesso di raccontare ció ch’ei vide, nè di descrivere tutto ció ch’egli conosceva dei misteri di Dio, riferentisi alle “etá furure”, non è men vero peró che ció ch’egli vide diede alle sue parole una forza, una sfumatura e una profonditá, che – alla luce di eventí susseguenti, di adempimento di profezie e sotto la direzione dello Spirito – ci rendono capaci di saperne piú in lá della Chiesa primitiva.

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L' Apostolo Giovanni

   [31] Per corroborare e confermare quanto precede, rimandiamo il lettore all’ultimo libro della Bibbia – l’Apocalisse, scritta circa l’anno 96 dell’era cristiana. Le parole introduttive l’annunziano come una rivelazione speciale di cose sconosciute prima. Ció prova in modo decisivo che, almeno fino a quell’epoca, il piano divino non era stato rivelato nella sua pienezza. 

    Cosí ancora quell libro non fu fino ad ora nulla piú di ció che indica il suo nome, uno scoprimento, ina Rivelazione. Per ció che concerne la Chiesa primitiva, nessuno probabilmente comprese mai il significato di ció che vedeva. 

    Egli era ad un tempo e il profeta e l’apostolo, e mentre che come apostolo ei comprese e insegnó ció che in allora era “il cibo conveniente”, in qualitá di profeta ei profferí cose che fornirebbero un “cibo” ai famigliari della casa nelle stagioni a veniere.

 

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    Durante l’etá del Vangelo, taluni dei santi cercarono di scoprire l’avveniere della Chiesa mediante l’esame e lo studio di quel libro simbolico, e indubbiamente tutti coloro che lo lessero furnono ricamente rimunerati secondo la promessa (Apoc. I, 3) anche se non compresero che in perte i suoi insegnamenti. 

    Quel libro continua ad aprirsi sempre piú a costoro, e ai tempi della Riforma egli fu per Lutero un ausiliario importante nella sua decisione che il papato, di cui era stato seguace coscienzioso, era veramente “l’anti-Cristo” menzionato dall’apostolo Paolo; come attualmente il vediamo, la storia dell’anti-Cristo occupa gran parte di quella profezia.

    In tal guisa Iddio ci apre gradualmente la sua veritá e ci rivela le immense ricchezze della sua grazia; e conseguentement è stata rivelata nella nostra epoca una quantitá di luce maggiore che in nessun periodo precendente della storia della Chiesa. [32]


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Omai si squarcia del mistero il velo;
Per compiersi giá sta l’alta promessa;
Sta per spuntar quell dí, quell dí s’apressa,
Che Cristo a noi ritornerá dal cielo.

L’unigenito tuo, oh! Padre Santo,
Deh! Mostra alfin ai nostri sguardi ardenti.
La Gloria di Colui che ci ha redenti
Fulgida splenda alfin in ogni canto.

Sian le lampade accese e preparate
Tutti stiam pronti per quell bel mattino:
Pieni d’ardente amor, di amor divino
Sian per Gesú nost’alme innamnorate.

La speranza tu sei del nostro cuore,
Sei la nostra giustizia, il nostro vanto
Ha l’universo, Dio, tuo regno santo,
Alleluia, Alleluia al Redentore

Di una felicitá che non ha fine
Per noi giá sorge la fulgente Aurora.
Oh, Signor nostro, pochi istanti ancora
Poi verrem fra le tua braccia divine.

Come quando al mattin l’astro diurno
Caccia la notte, e splende intorno intorno,
Tal giá splende per noi quell santo giorno;
Giá si dilegua il tenebror notturno.

 

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