Studio 6

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La Venuta Del Nostro Signore. 
– Suo Oggetto,
Il Ristabilimento Di Tutte Le Cose.

– IL SECONDO AVVENIMENTO DEL SIGNORE. 
– UN AVVENIMENTO PERSONALE E PREMILLENIALE. 
– SUA RELAZIONE COL PRIMO AVVENIMENTO. 
-- L’ELEZIONE DELLA CHIESA E LA CONVERSIONE 
   DEL MONDO. 
– ELEZIONE E’GRAZIA LIBERA. 
– I PRIGIONI DI SPERANZA 
– TESTIMONIANZA PROFETICA CONCERNENTE LA
   RESTITUZIONE. 
– IL RITORNO DEL SIGNORE E’ SENZA DUBBIO LA SPERANZA
   DELLA E DEL MONDO.   

 

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"Ed Egli vi avrà mandato Gesù Cristo che vi è stato rappresentato (preordinato); ilquale conviene che il cielo tenga occulto, fino ai tempi del ristoramento di tutte le cose; dei quali (tempi della presenza del Signore) 

"Iddio ha parlato per la bocca di tutti i suoi santi profeti fin dal principio del mondo". (Fatti III: 19-21). [101]

L’avvenimento personale del nostro Signore Gesu’

 

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Se il Signore Gesu’ e’ stato con la Chiesa per 2000 anni, perche’ necessitava una promessa del Suo Ritorno?

    Il nostro Signore aveva l'intenzione di far comprendere ai suoi discepoli ch'ei ritornerebbe per un certo scopo, in un dato modo, ad una epoca prestabilita. 

   La cosa è, come lo presumiamo, ammessa e creduta da tutti coloro a cui le Scritture sono alquanto famigliari. Vero è che Gesù ha detto: 

   "Ecco, io sono con voi in fino alla fine dell'Età (aion)" (Matt. XXVIII, 20) e per mezzo dello spirito suo e della sua Parola egli era del continuo colla Chiesa, guidando, conducendo e riconfortando i suoi San ti, consolandoli in tutte le loro afflizioni.

   Ma quantunque la Chiesa sapesse, per la sua felicità, che il Signore conosceva tutte le sue vie e che egli le predicava costantemente tutte le sue cure e il suo amore, essa brama nondimeno il suo ritorno personale e promesso; avvegnachè quand'ei dice "E [102] quando me ne sarò andato.... lo ritornerò" (Gio. XIV, 3), egli allude senza dubbio alcuno alla sua seconda venuta personale.

La Pentecoste non costituiva la Seconda Venuta.

    Molti pretendono che egli volesse parlare della discesa dello Spirito Santo alla Pentecoste; altri della distruzione di Gerusalemme, ecc.; ma secondo apparenza essi chiudono gli occhi sul fatto che colui che è stato morto e che vive, ne parla nell'ultimo libro della Bibbia — scritto una sessantina di anni dopo la Pentecoste, e ventisei anni dopo la distruzione di Gerusalemme — come d'un avvenimento futuro ancora, dicendo: 

   "Ecco io vengo tosto, e il mio premio è meco" e Giovanni, spinto dallo Spirito, risponde: 

   "Sì, vieni, Signore Gesù!" (Apoc. XXII, 12-20).

All’epoca della Seconda Venuta del nostro Signore, il mondo sara’ ben lungi dall’esser convertito a Dio.

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Buddismo

    Moltissimi credono che allorquando dei peccatori si convertono ciò forma un'avviamento alla venuta del Signore, e che egli continuerà in tal modo a venire fino a che tutto il mondo sia convertito. Allora secondo costoro, egli sarà venuto completamente.

   Costoro evidentemente perdono di vista la testimonianza biblica su questo punto, la quale dichiara appunto il contrario di ciò che essi aspettano: che cioè, all'epoca della seconda venuta di Gesù, il mondo sarà ben lungi dall'essere convertito a Dio:

"che negli ultimi tempi sopraggiungeranno tempi difficili. Perciocchè gli uomini saranno.... amatori della voluttà anzichè di Dio"; (2 Tim. III, 1-4); che 

"gli uomini malvagi e ingannatori procederanno in peggio seducendo ed essendo sedotti". (vers. 13).

    Essi dimenticano l'avvertimento speciale di Gesù al suo piccolo gregge:

"Ora guardatevi .... che talora quel giorno di subito improvviso non vi sopraggiunga. Perciocchè a guisa di laccio egli sopraggiungerà a tutti coloro che abitano sulla faccia della terra. (Luca XXI, 34-35).

     Inoltre noi possiamo essere certi che non si è fatta allusione [103] alcuna alla conversione dei peccatori quando ci è detto che "tutte le nazioni della terra faranno cordoglio per lui" quando lo vedranno venire, (Apoc. I, 7). 

   Lamentansi forse gli uomini della conversione dei peccatori? Anzi, se questo passo si riferisce, come da quasi tutti è ammesso, alla presenza di Cristo sulla terra, egli c'insegna che tutti sulla terra non ameranno lo splendore del suo apparire, ciò che farebbero indubbiamente se fossero tutti convertiti.

    Molti aspettano una venuta e una presenza reale di Cristo, ma essi rimandano molto indietro l'epoca di quel ritorno; essi pretendono che il mondo debba essere convertito mediante gli sforzi della Chiesa nella sua attuale condizione e che in tal modo l'età milleniale verrà introdotta. 

   Essi dicono che una volta il mondo convertito, Satana legato, il mondo aperto alla conoscenza del Signore, le nazioni stanche di esercitarsi alla guerra, allora sarà compiuta l'opera della Chiesa nella sua condizione presente; e che avendo essa portata al compimento quella grande e difficile missione, il Signore verrà per terminare gli affari terreni, per ricompensare i credenti e condannare i peccatori.

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    Alcuni passi della Scrittura, presi in modo isolato sembrano dare conferma a un tal modo di vedere, ma se la parola e il piano di Dio sono esaminati nel loro insieme, si trova invece che essi autorizzano l'opinione opposta, cioè che Cristo verrà prima della conversione del mondo e regnerà coll'intento di quella conversione; che attualmente la Chiesa è sottoposta alla prova; che il guiderdone promesso alla Chiesa dopo la sua glorificazione consisterà nella partecipazione di essa al regno del Signor Gesù; e che Iddio ha promesso di benedire il mondo per mezzo di essa e di far giungere ogni creatura alla conoscenza del Signore. 

   Tali sono le  [104] promesse speciali del Signore: 

"A chi vince io donerò di sedere meco sul mio trono"

"e costoro tornarono in vita e regnarono con Cristo mille anni". (Apoc. III, 21; XX, 4).

 

 

 

Attestare al mondo non implica la conversione di questo.

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    Due testi vi sono ai quali ricorrono principalmente tutti coloro che pretendono che il Signore non venga che dopeeif Millennial il primo è: 

"E questo Vangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, in testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine;" (Matt. XXIV, 14). 

   Si vorrebbe che ciò si riferisse alla conversione del mondo prima del termine dell'età del Vangelo. Ma attestare al mondo non implica la conversione di questo. Il testo non dice nulla riguardo al modo con cui sarà ricevuta quella testimonianza. 

   Tale testimonianza è già stata data. I rapporti delle Società bibliche dimostrarono nel 1861 che l'Evangelo era stato pubblicato in tutte le lingue della terra, benchè tutti i milioni di abitanti della terra non lo avessero ricevuto. 

   No, — ahimè! Nemmeno la metà dei mille quattrocento milioni dei viventi esseri umani hanno mai inteso il nome di Gesù. La condizione del testo è nondimeno compiuta; l'Evangelo è stató predicato in tutto il mondo, per servire di testimonianza a tutte le Nazioni.

Cos’e lo scopo del Vangelo nell’eta’ presente?

     L'Apostolo (Atti XV, 14) racconta che lo scopo principale del Vangelo nell'età presente è di trarre un "popolo fuor dai Gentili" consacrato al nome di Cristo. La Chiesa vittoriosa che sarà con lui riunita, al suo secondo ritorno riceverkà: il suo nome: la testimonianza al mondo ha uno scopo secondario.

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“Alla (di Dio) mia destra”  - non e’ un trono materiale, ma definisce autorita’ e dominazione

 

 

 

 

 

 

 

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Il Re Carlo II sul suo trono

     L'altro testo è il seguente: 

"...Siedi alla mia destra, infimo a tanto che io abbia posti i tuoi nemici per isgabello dei tuoi piedi" (Sal. CX, 1). 

   Il senso vago e indeterminato di quel testo sembra essere che Gesù si metta nei cieli a sedere sopra un trono materiale, finchè l'opera di sottomissione di tutte [105] le cose sia compiuta per lui dalla Chiesa, ed allora egli verrebbe per regnare. 

   Tale concetto è falso. Il trono di Dio di cui è quistione non è un trono materiale, ma definisce la sua autorità e dominazione suprema e il Signor Gesù è stato innalzato per essere partecipe di quella dominazione. Paolo dichiara che 

"Iddio ha sovranamente innalzato Gesù, c gli ha dato un nome ch'è sopra ogni nome". (Filip. II, 9). 

   Egli gli conferì un'autorità che sorpassa ogni altra, la più vicina a quella del Padre. Se Cristo si sedesse sopra un trono materiale finchè i suoi nemici formassero il ruo sgabello (fossero soggiogati) allora ei non potrebbe venire se non allorchè tutte le cose gli fossero sottoposte. 

   Ma se la "destra" in quel testo non ha di mira un luogo o seggio fisso, ma, come asseriamo, una potenza, un'Autorità, una dominazione, ne consegue che il testo che noi esaminiamo non è opposizione veruna colla dichiarazione di Paolo che "Gesù viene per sottoporsi tutte le cose" (Filipp. III, 21) in virtù del potere di cui è rivestito. 

   Tentiamo una illustrazione: noi diciamo clic 'l'Imperatore Guglielmo siede sul trono di Germania, e tuttavia non pensiamo al seggio reale, ch'egli occupa, infatti. molto di rado. Se noi diciamo che egli è sul trono intendiamo dire che egli regna sulla Germania. 

   La destra significa il posto principale, una posizione di eccellenza e di favore, la più vicina all'altezza regnante. 

   Così il principe di llismark fu innalzato e stabilito alla destra del potere dall'imperatore di Germania e Giuseppe fu alla destra di Faraone nel regno di Egitto — non già al senso letterale, ma secondo un uso di esprimersi. 

   Le parole di Gesù davanti a Caifa s'accordano con quest'opinione: "Da ora innanzi voi vedrete il Figliuol dell'Uomo sedere alla destra della Potenza (di Dio) e venire sulle nuvole del cielo" (Matt. 36:64.) Egli sarà alla destra alla sua venuta, egli resterà alla destra durante il Millennio e in eterno.

     Un esame più accurato e profondo dei piani rivelati [106] di Dich ei farà meglio conoscere lo scopo della prima e seconda venuta, e non dobbiamo perdere di vista che i due avvenimenti sono proporzionati come parti d'un solo e medesimo piano.  

La prima venuta riscatta.

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La seconda venuta ristabilisce.

   L'opera speciale della prima venuta era di riscattare il genere umano; quello della seconda è dì ristorare, di benedire e di liberare i riscattati. Avendo data la vita sua in riscatto per tutti, il nostro Salvatore sali al cielo per presentare quel sacrifizio al Padre, facendo così l'espiazione dei peccati del popolo (Ebr. IX, 12; II, 7). 

   Egli ritarda la sua venuta e permette che "il principe di questo mondo" continui ad avere l'impero del male fino a che l'elezione della "sposa della moglie dell'Agnello" sia compiuta; essendo indispensabile che ognuno dei suoi membri sormonti le influenze del presente "secolo malvagio", affin di potere esser degno d'un tal onore.

   Allora il compito di impartire a tutto il mondo le grandi benedizioni acquisite col suo sacrificio potrà avere principio, e Cristo 'uscirà per benedire tutte le famiglie della terra.

      Evidentemente la ristorazione e la benedizione avrebbero potuto cominciare appena fu pagato il prezzo del riscatto, e allora la venuta del Messia noia avrebbe avuto che un avvenimento; il regno e la benedizione sarebbero tosto cominciate come se l'aspettavano a tutta prima gli apostoli (Atti I, 6). 

   Ma "Iddio aveva provveduto qualche cosa di meglio per noi" — la Chiesa cristiana — (Ebr. XI, 40); egli è adunque nel nostro interesse se il regno di Cristo è separato da questi diciotto secoli.

   Questo periodo, tra la prima venuta, o il riscatto per tutti e la benedizione per tutti è designata per la prova e l'elezione della Chiesa che è il corpo di Cristo; in caso contrario non vi sarebbe stato che una sola, venuta, l'opera sua, cioè durante il periodo della seconda presenza, nel Millennio, avrebbe seguito immediatamente la risurrezione. 

Il periodo tra le due venute e’ designato per la prova e l’elezione della Chiesa.

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La selezione della Chiesa...

     Anzichè affermare [107] che l'opera della seconda venuta avrebbe seguito immediatamente quella prima, diciamo piuttosto che se Geova non avesse formato il proposito di scegliere un "piccolo gregge", il "rarpo di Cristo" il primo avvenimento, invece di verificarsi all'epoca in cui avvenne realmente, sarebbe avvenuto all'epoca del secondo, e così ve ne sarebbe stata una sola.

   Avvegnachè Iddio disegnò evidentemente sei mill'anni per il permesso del male, nel modo stesso che il ristoramento di tutte le cose si vide compiere nel settimo millennio.

La ragione apparente per tardare le benedizioni.

     Si vede in tal modo che la venuta di Gesù, come sacrificio e riscatto pei peccatori, precedette il tempo di benedizione e di ristoramento con uno spazio bastevole per permettere l'elezione del sua piccolo gregge di "coeredi di Cristo". 

   Ciò spiega alquanto l'indugio da parte di Dio, nella distribuzione delle benedizioni promesse, dopo che il riscatto le rese possibili. Le benedizioni verranno al tempo determinato, come previsto al principio benchè, per uno scopo glorioso, il prezzo sia pagato lungo tempo prima specialmente di ciò che si sarebbero aspettato gli uomini.

La missione della Chiesa e’ per testimoniare.

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Iddio non ha ancora cercato di convertire il mondo.

     C'insegna l'apostolo come Gesù sia assente dalla terra — nel cielo — durante tutto l'intervallo che corre tra la sua ascensione fino al principio del tempo del ristaurimento di tutte le cose o dell'età millenniale, — "il quale conviene che il cielo tenga occulto fino aí tempi di ristaurimento di tutte le cose" ecc. (Fatti III, 21).

     Dal momento che le Scritture insegnano che lo scopo della seconda venuta del nostro Signore è il ristoramento di tutte le cose, e che all'epoca della sua apparizione le nazioni ben lungi dall'essere convertite, saranno irritate dalla sua venuta (Apoc. XI, 18), e in opposizione le une colle altre, ei conviene ammettere che la Chiesa fallisse nell'adempimento della sua missione e che fino a quel punto il piano di Dio avesse fatto naufragio, oppure, come sosteniamo e lo abbiamo dimostrato, [108] la conversione del mondo nell'età presente non incombe alla Chiesa, ma che la sua missione è quella di predicare l'Evangelo come una testimonianza e di preparare se stessa sotto la direzione divina pel suo grande compito futuro. 

   Iddio non ha ancora esaurita in alcun modo la sua potenza per la conversione del mondo. No, anzi, quella conversione non è ancora stata tentata.

Una restaurazione futura per ogni uomo, donna e fanciullo...

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     Ciò potrebbe parere una espressione strana molto, ma riflettiamoci su alquanto: se Iddio ha tentato un'opera tale, non ha egli avuto un successo segnalato? 

   Come lo abbiamo constatato di già, fra i numerosi milioni di persone che abitano la terra, una piccolissima frazione solamente intese parlare del nome pel quale ci conviene essere salvati. Altro non abbiamo fatto che esprimere in modo alquanto espressivo le vedute e le dottrine di alcune delle sette principali (battisti, presbiteriani ed altri), che cioè Iddio sceglie e elegge ora un "piccolo gt egge", una Chiesa fuori del mondo. 

   Essi credono che Iddio non farà nulla di più che la scelta di quella Chiesa mentre noi troviamo che la Scrittura insegna un passo di più nel piano divino, — una Restituzione (ristaurazione) per tutto il mondo, che sarà compiuta dalla Chiesa eletta appena essa sarà completa e glorificata. Il "piccolo gregge" (i vincitori) di quell'età del Vangelo — non è altro che l'insieme della "prosperità" per la quale tutte le famiglie della terra saranno benedette.

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     Quanto deve essere difficile per coloro che sostengono che Geova si sforza da sei mila anni a convertire il mondo e che non vi riesce mai, il far concordare idee di tal fatta colla Bibbia, la quale ci assicura che il piano di Dio si eseguirà e che la sua Parola 'non ritornerà a Lui a vuoto; che anzi essa opererà ciò che Egli avrà voluto e prosperirà in ciò perchè Egli l'avrà mandata. (Esaia LV, 11). 

   Il fatto che il mondo non è stato ancora convertito [109] e che la conoscenza del Signore non ha ancora coperta la terra, ci prova ch'essa non è ancora stata mandata per quella missione.

 

 

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"La giusta dispensazione della parola di verita’"

 

Due dottrine separano la Cristianita’:

     Siamo da ciò condotti a due dottrine che hanno divisa la cristianità durante secoli, cioè: l'elezione e la libera grazia, o grazia universale. 

   Nessun lettore serio della Bibbia negherà che quelle due dottrine abbiano un fondo biblico ad onta del loro apparente contrasto. Quel fatto dovrebbe farci supporre immediatamente che le due siano vere ma esse non possono essere messe in armonia se non per l'osservazione della legge celeste: l'ordine, e per "la giusta dispensazione della parola di verità" a questo riguardo.

  Quell'ordine tal quale viene rappresentato nel piano delle Età, ben considerato, cí mostra chiaramente che una elezione ha avuto luogo nell'età presente e nelle età passate, e che, per il mondo in generale, 

   Iddio vi ha provveduto durante l'economia Milleniale, ciò che, a causa della distinzione viene designato col nome di grazia libera pei tratti distintivi delle epoche e delle economie, tratti che sono stati abbozzati in un precedente capitolo e sono ancora presenti alla memoria del lettore se tutti i passi relativi alla elezione e alla libera grazia sono presi ad esame isolatamente, si troverà che tutti quelli che trattano di elezione si riferiscono alle età passate o presenti, mentre quelli che insegnano la libera grazia pienamente si applicano all'età futura.

Elezione

contro

La Libera Grazia

     L'elezione, nondimeno, quale viene insegnata dalla Bibbia, non è punto una arbitraria coercizione, nè mero fatalismo, come generalmente si crede e come lo insegnano i suoi difensori; essa è una scelta conforme a ciò che è atto e proprio allo scopo che Dio si è proposto durante il periodo designato a quell'intento.

 

   La dottrina della libera grazia rappresentata dagli [110] Arminiani (1) è essa pure uno svolgimento più grandioso della grazia abbondante di Dio di quello che i suoi difensori più zelanti abbiano insegnato mai. La grazia o i favori di Dio sono sempre liberi nel senso che sono immeritati; ma dopo la caduta dell'uomo nel peccato fino al tempo presente, certi favori di Dio sono ristretti a persone, classi e nazioni speciali, mentre che, durante tutta la età Milleniale il mondo sarà invitato a partecipare ai favori offerti, a certe condizioni che saranno allora manifestate a tutti, e "Colui allora che vuole, prenda in dono dell'acqua della vita" (Ap. XXII, 17).

 

    (1) Nella Chiesa Riformata i partigiani della dottrina della libera grazia vengono chiamati arminiani o rimostranti da Arminins, professore riformato di Leyda in Olanda (1560-1600) il quale combatteva una parte delle dottrine di Calvino.

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La selezione d’Israele rappresenta il gran lavoro futuro per il mondo.

 

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"Ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele.
Matteo 10:5,6

 

 

L’Elezione degli Antichi (Dignitari)

     Se volgiamo indietro gli sguardi, noi osserviamo la scelta o l'elezione di Abraamo e di certuni fra i suoi discendenti, come il mezzo per il quale doveva' venire colui che deve benedire tutte le famiglie della terra, la "semenza" promessa (Gal. III, 29, 30).

     Noi osserviamo altresì Israele scelto da Dio, il quale fu la sola nazione in cui Iddio illustrò in modo tipico come la grande opera del mondo, si sarebbe compiuta — e infatto la liberazione dallo Egitto, Canaan, i patti, le leggi, i sacrifizi pel peccato e il cancellamento della colpa, l'aspersione del popolo, e infine il sacerdozio destinato a compiere tutto ciò, sono state una piccola immagine o rappresentazione tipica (nel senso simbolico di ciò che doveva essere il vero sacerdozio e i sacrifizi per la redenzione o purificazione dell'umanità. Iddio dice di quel popolo: 

"Voi soli ho conosciuti di infra tutte le nazioni della terra (Amos III, 2). 

   Quel popolo fu riconosciuto fino alla venuta di Cristo; e dopo ancora, poichè il suo ministerio si limitò ad esso, ed egli non volle permettere ai suoi [111] discepoli di andare da altri. Allorchè li mandò egli disse loro: 

"Non andate a' Gentili, e non entrate in alcuna città dei Samaritani; ma andate più tosto alle pecore perdute della casa d'Israele" (Matt. X, 5, 6; XV, 24). 

   Il suo tempo sino alla sua morte fu consacrato a quel popolo, e fu in mezzo ad esso che si compiè la sua prima opera per il mondo, la prima manifestazione della sua libera grazia, per tutti abbondante, e che in un tempo determinato deve volgere a tutti.

Il dono di Dio e’ illimitato.

     Questo dono, il più gran dono di Dio, non fu limitato ad una nazione e ad una classe. Non era per Israele solo, ma per tutto il mondo; imperocchè, Cristo Gesù, "per grazia di Dio gustasse la morte per tutti (Ebr. II, 9).

     Ed ora altresì durante l'età del Vangelo, una certa elezione ha luogo. Talune parti del mondo sono più favorite di talune altre per l'Evangelo (che è libero per tutti coloro che l'odono). Date un'occhiata al mappamondo e vedete come è piccola la parte illuminata o benedetta a un grado apprezzabile. 

   Mettetevi a confronto voi, con tutti i vostri privilegi, con tutte le vostre conoscenze, con quei milioni che, oggi ancora giacciono nelle fitte tenebre del paganesimo e che giammai udirono la chiamata, e che in conseguenza non furono mai chiamati!

  Allorchè il "gregge" scelto (per essere figliuoli di Dio e coeredi di Cristo Signor nostro, cioè tutti coloro che avranno raffermata la loro vocazione e la loro elezione) sarà completo, allora soltanto il piano di Dio per la salute del Mondo avrà principio.

Il Secondo Adamo e la Seconda Eva.

 

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"E lo Spirito e la sposa dicono: Vieni!"

    La semenza non triterà il capo al serpente pri­ma che sia eletta, sviluppata ed innalzata alla potenza....

"L'Iddio della pace triterà tosto Satana sotto ai nostri piedi (Rom. XVI, 20; Gen. III, 15).

    L'età del Vangelo prepara la vergine casta, la Chiesa fedele per lo sposo che viene. E alla fine dell'età, quando essa sarà "apparecchiata" (Apoc. XIX, 7), lo sposo viene e quelle infra le vergini che saranno preste entrano con lui alle nozze, — il secondo Adamo e la seconda Eva diventano uno, e allora avrà principio l'opera gloriosa di restituzione.

     Nella prossima economia — i nuovi cieli e la nuova terra, la Chiesa non sarà più la vergine promessa (2 Cor. XI, 2), ma la sposa; e allora

"lo spirito e la sposa diranno: vieni. Chi ode dica parimente: vieni, e chi (allora) ha sete, venga; e chi vuole (allora) prenda in dono dell'acqua della vita" (Apoc. XXII, 17).

     L'età del Vangelo, lungi dall'essere il termine della missione della Chiesa, altro non è che la necessaria preparazione pel gran compito futuro. Lo intiero creato geme, in attesa della prossima benedizione e soffre infino ad ora come i dolori di parto; egli aspetta con dolore ed ansietà la rivelazione dei figliuoli di Dio (Rom. VIII, 19, 22).

   Ed è una verità preziosa che la libera grazia è stata prevista completamente nel piano del Padre nostro, tanto per coloro che sono morti, quanto per i viventi, in un coll'opportunità dell'età che viene.

Coloro che sono nei sepolcri son prigionieri di speranza.

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     La maggior parte di coloro che possono scorgere qualche cosa dei futuri doni celesti e che sanno apprezzare che il Signore viene per distribuire le grandi benedizioni conquistate colla sua morte, dimenticano in fino ad oggi che coloro che sono nei sepolcri hanno altrettanto interesse a questo regno glorioso del Messia quanto aver ne possono coloro che non sono cosi completamente nei legami della corruzione, — della morte. 

   Ma tanto è vero che Gesù mori per tutti, altrettanto sicuramente bisogna che tutti ricevano i beni e le occasioni che egli ha acquistati col suo proprio sangue. Ne consegue che, nel Millennio siamo in diritto di aspettare delle benedizioni per tutti coloro che sono neí sepolcri, come per coloro che non ci saranno ancora; e troveremo prove abbondanti su quel punto, se pro [113] cediamo più oltre nella testimonianza del Signore. 

   Egli è appunto perchè, nel suo piano, il Signore decise di rilasciare coloro che sono nei sepolcri che essi vengon chiamati "prigionieri di speranza".

La maggioranza dell’Umanita’ non hanno mai udito il nome di Gesu’.

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Cosa avvenne della moltitudine che hanno vissuto?

Qual’e’ la condizione di loro?

C’e’ Speranza per “i non eletti?” (il mondo)

     Si calcolano presso a poco a centoquarantatre bilioni il numero degli esseri umani che vissero sulla terra durante i sei mila anni dopo la creazione di Adamo. Secondo la più larga estimazione che far si possa, il numero dei santi di Dio non raggiunge- rebbe neppure un bilione fra di essi. 

   Da quella larga estimazione resterebbe l'immensa moltitudine di cento quarantadue bilioni (142,000,000,000) che se n'andarono nella morte senza credere nè sperare nel solo nome, dato sotto al cielo agli uomini, per il quale ci convenga essere salvati. Sì, la grande maggioranza d'infra essi non ha mai conosciuto Gesù, nè inteso parlare di lui, essa non potè dunque credere in Colui di cui non aveva mai inteso parlare, e di cui non conosceva la Missione.

   Noi domandiamo a noi stessi che cosa sia avvenuto di quell'immensa moltitudine di umane creature di cui le cifre non danno se non un'idea imperfettissima! Quale è, e quale sarà la loro sorte? Iddio non dispone egli nulla per coloro di cui egli deve avere preveduta la sorte, le condizioni e le circostanze? 

   Ovvero concepì egli, fin dalla fondazione del mondo, dei progetti miserabili e inumani per i loro tormenti eterni e senza speme alcuna, come molti fra i suoi figliuoli lo pretendono? 

   Ovvero preparò egli una via nell'altezza e la profondità, nella lunghezza e la larghezza del suo piano, ín modo che tutti possano giungere ancora alla conoscenza del solo nome, e che divenendo ubbidienti ai suoi ordinamenti, essi possano gustare e possedere la vita eterna?

 

 

Ateismo

 Calvanismo

Arminianismo

     A tali domande che ogni cristiano riflessivo si pone, e che egli desidera vedere fedelmente risolte e in armonia col carattere di Geova, varie risposte vengono fatte: [114]

L'ateismo risponde: Essi son morti per sempre: la vita futura è una favola: essi non rivivranno giammai.

Il calvinismo risponde: Essi non furono eletti per essere salvati. Iddio preordinò e predestinò che ci fossero perduti — ch'ei vadano all'inferno, — ed eccoveli torcendosi nell'angoscia e nell'agonia, ed essi vi resteranno in eterno, senza alcuna speranza.

L'arminianismo risponde: Noi crediamo che Iddio scuserà molti di essi, tenendo conto della loro ignoranza. Colui che fece ed agì del suo meglio, secondo i suoi lumi, sarà certo di appartenere alla "Chiesa dei primogeniti" quantunque non abbia mai inteso parlare di Gesù.

Cristo e’ la base unica per la salvezza.

 

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La Fede di Pietro

     Quest'ultimo parere ha l'assentimento della maggioranza dei cristiani di tutte le confessioni (nonostante che i dogmi di talune denominazioni dicano il contrario); ciò proviene dal fatto che qualsiasi altro modo di vedere sarebbe incompatibile colla giustizia di Dio. 

   Ma le Scritture insegnano esse che l'ignoranza è un mezzo e una causa di salvezza? Appoggiano esse il parere sopra esposto? No, il solo fondamento di salvezza menzionato nelle Scritture riposa sulla fede in Cristo, come nostro Redentore e Signore. 

"Voi siete salvati per grazia, mediante la fede" (Ef. II, 8). 

   La giustificazione per la fede è il principio fondamentale di tutto il sistema del cristianesimo. Allorchè la domanda"che mi conviene egli fare per essere salvato?" fu loro posta, Paolo e Sila risposero: "Credi nel Signor Gesù Cristo". 

   "Conciossiacchè non vi sia alcun al­tro nome sotto il cielo che sia datc agli uomini, per lo quale ci convenga essere salvato" (Fatti XVI, 30, 31; IV, 12); e "chiunque avrà invocato il nome del Signore Gesù sarà salvato" (Rom. X, 13).

 

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L’Evangelo predicato ai Gentili

 

Puo’ l’ignorancza salvare gli uomini?

 

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La Legge non porto’ la vita ad Israele

     Ma Paolo conclude che un uomo deve udire l'E-   vangelo prima che egli possa credere dicendo: 

"Come [115] adunque invocheranno essi colui, nei quale non hanno creduto? e come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare?" (Rom. X, 14).

     Molti pretendono che Paolo insegni, in Romani, II, 14, che l'ignoranza salva gli uomini:

"I pagani, ei dice, che non hanno la legge, fanno di natura le cose della legge, essi, non avendo legge, son legge a se stessi".

    E concludono da ciò che la legge prescritta dalla loro coscienza basta per giustificarli.

     Ma coloro comprendono malissimo l'apostolo. Egli vuole provare appunto con ciò che ogni carne è colpevole al cospetto di Dio (Rom. III, 19); che i Gentili, i quali non hanno la legge scritta, sono condannati dalla luce della loro coscienza, e non giustificati, che essa li accusi o li difenda, essa prova che i Gentili non hanno raggiunta la perfezione e sono indegni della vita, del pari che i Giudei erano condannati dalla legge scritta che possedeva­no.

"Conciossiachè per la legge sia data conoscenza del peccato". (Rom. III, 20).

     La legge data al giudeo rivelò le sue debolezze e aveva per iscopo di mostrargli la sua incapacità da se stesso davanti a Dio:

"perciocchè niuna carne, sarà giustificata dinanzi a lui per le opere della legge".

    La legge scritta condannava i Giudei, ed i Gentili possedevano un lume di coscienza bastevole per condannarli; e così niuna bocca può aprirsi per formulare alcuna pretesa a un dritto alla vita, e tutti sono riconosciuti colpevoli al cospetto di Dio.

Molti Cristiani credono erroneosamente che Dio non condanna l’ignoranza.

     Se noi ricordiamo la dichiarazione di (Giac. II, 10) che "chiunque, avendo osservata tutta la legge, e avrà, fallito in un sol capo, è colpevole di tutti" e non può reclamare benedizione alcuna promessa dal patto della legge, allora possiamo inferirne che veramente

"Non v'è alcun giusto, non pure uno" (Rom. III, 10).

    E in tal modo le Scritture chiudono tutte le porte a speranza qualsiasi, fuorchè una la quale mostra che non pure uno dei [116] condannati è capace di assicurarsi la vita eterna mediante opere meritorie; e che è egualmente inutile di portare avanti l'ignoranza come un mezzo di salute. L'ignoranza non dà a nessuno il diritto alla ricompensa della fede e dell'ubbidienza.    

Iddio ha benedizioni per tutti, con un metodo superiore.

     Molti cristiani poco disposti a credere che tanti milioni di bambini e di pagani ignoranti saranno dannati in eterno, il che, secondo la loro comprensione, significa che essi saranno mandati in un luogo di tormenti eterni, insistono ad onta di ciò che rivela la Bibbia, che Iddio non condannerà gl'ignoranti. 

   Noi ammiriamo la loro generosità di cuore e il loro apprezzamento della bontà divina, ma li supplichiamo in pari tempo di non troppo precipitarsi in quanto concerne la reiezione o l'ignoranza degli esposti biblici. Iddio ha una salvezza per tutti, ma per una via assai migliore di quella dell'ignoranza.

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Cosa accadra’ agli pagani?

     Ma costoro operano essi anche conformemente a ciò che fanno professione di credere? No: mentre professano di credere che l'ignorante sarà salvato dalla sua ignoranza, essi continuano a mandare missionari presso i pagani sacrificando così migliaia di vite preziose, e milioni in danaro. 

   Se tutti, o la metà almeno, fossero salvati per l'ignoranza, si commette positivamente un'ingiustizia al loro riguardo mandando dei missionari per istruirli in Cristo; conciossiachè pochissimi soltanto, (uno su mille circa) credono, allorchè i missionari recano loro la buona novella. Se quell'idea fosse corretta, meglio assai sarebbe lasciarli nella loro ignoranza; un maggior numero perverrebbe così a salvamento. 

   E seguitando il medesimo ordine di argomenti, potremmo noi concluderne che tutti gli uomini sarebbero salvati, se Iddio li avesse tutti lasciati nell'ignoranza? Se ciò fosse vero, la venuta, come la morte di Cristo sarebbero inutili, come pure la predicazione e le sofferenze degli apostoli e di tutti i [117] santi, e l'Evangelo, invece di una buona novella sarebbe una novella tristissima. 

   L'invio dei missionari ai pagani da parte di coloro che condividono le vedute dei calvinisti e dei fatalisti sull'elezione, cioè a dire che credono che il destino di ogni individuo è determinato in modo immutabile prima dela sua esistenza appare ancora più assurdo e opposto alla ragione.

A tempo fissato, la’ ci sara’ piena conoscenza ed apprezzamento.

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Come sara’ “una grande allegria” dispensata a “TUTTO IL POPOLO
?”

     Ma la Bibbia, la quale è piena di spirito missionario non insegna che vi sono varie vie di salvezza — una per la fede, l'altra per le opere, ed una finalmente per l'ignoranza. Neppure essa c'insegna la dottrina del fatalismo disonorante Iddio. 

   Nel mostrare chiuse alla speranza tutte le altre porte, essa spalanca l'unica e vera porta e proclama che chiunque vuole può entrare nella vita; essa mostra che tutti coloro che non vedono e non apprezzano ora il privilegio benedetto di entrarvi, saranno condotti al tempo prefisso ad una piena conoscenza ed apprezzamento di quell'opportunità. 

   La sola via per la quale uno solo, come anche tutta la razza condannata, può venire a Dio, non è quella delle opere meritorie, nè quella dell'ignoranza; bensì quella della fede nel prezioso sangue di Cristo, che toglie i peccati del mondo (1 Piet. 1, 19; Giov. 1, 29).

   Questo è l'Evangelo, la "grande gioia che tutto il popolo avrà".

     Vogliamo esaminare ora quelle quistioni secondo ciò che Iddio ce ne dice e lasciare a Lui la giustifi- cazione del suo carattere. Domandiamo che è avvenuto dei cento quaranta due bilioni di esseri che hanno vissuto sulla terra?

Perche’ l’umanita’ resiste nelle sofferenze?

     Checchè ne possa essere avvenuto, noi siamo certi che essi non sono in uno stato di sofferenza: perchè le Scritture insegnano non solo che la Chiesa non riceve il suo premio pieno e completo prima della venuta di Cristo, venuta in cui egli "renderà la retribuzione a ciascuno secondo i suoi fatti". — [118] (Matt. XVI, 27), ma ancora che allora soltanto i malvagi riceveranno il loro castigo. 

   Qualunque sia la loro condizione presente, essa non può essere la loro piena retribuzione; conciossiachè Pietro dica : 

"Il Signore sa riserbar gli empi ad esser puniti nel giorno del giudizio" (2 Piet. II, 9). Ed è anche ciò che egli farà.

“Dio e’ amore.”

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     Ma il pensiero solo che tanti nostri simili potrebbero andar perduti perchè mancava loro la conoscenza necessaria per la salvezza sarebbe veramente orrendo per chiunque abbia, non fosse che una scintilla, di carità e di pietà. Del resto sonvi numerosi passi della Scrittura che sembra impossibile di far concordare con quella versione.

   Vediamo un po'! Se ammettiamo che questa vita soltanto è il tempo di salute (lasciando da parte ogni speranza d'una restituzione nell'età futura), come dobbiamo allora alla luce del passato e del presente comprendere i seguenti passi: 

"Iddio è carità", e "Iddio ha tanto amato il mondo, ch'egli ha dato il suo unigenito figliuolo, acciocchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna". (1 Giov. IV, 8; Giov. III, 16). 

   Non sembrerebbe egli che se Iddio ha tanto amato il mondo egli non avrebbe soltanto preso delle precauzioni affinchè i credenti fossero salvati, ma altresì acciocchè tutti potessero udire onde poter credere!

Ogni uomo non e’ ancora illuminato.

     Se leggiamo più lungi: "Colui che è la vera luce, la quale illumina ogni uomo che viene nel mondo" (Giov. I, 9) la nostra ragione ci dice: No, giammai ogni uomo è stato illuminato; per quanto ci è dato di constatare, il nostro Signore non illuminò che una parte ben minima dei bilioni di abitanti della terra. 

   Ai giorni nostri, in cui la luce è maggiormente sparsa, milioni di pagani non dànno altri segni di una tal luce all'infuori di quelli dati dai sodomiti e da miriadi di altri esseri umani nelle passate età. [119]

Ha fallito il Riscatto?

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"Non temete, perché vi annunzio una grande gioia che tutto il popolo avrà."
Luca 2:10

Cristo e’ morto per tutti

     Noi leggiamo che Gesù Cristo, per grazia di Dio, soffrì la morte "per tutti" (Eb.II, 9). Ma se egli soffrì la morte per quei cento quarantatre bilioni e che per un'altra causa quel sacrifizio non divenga efficace se non per un solo bilione, la redenzione non è dessa un disegno, (piano) comparativamente mancato? E in quel caso il messaggio dell'apostolo non pecca egli di una larghezza esagerata?

   Se altrove noi leggiamo : "Io vi annunzio una grande allegrezza, che tutto il popolo avrà" (Luca II, 10) e, guardando intorno a noi ci accorgiamo che non fu un lieto annunzio se non per un "piccolo gregge", e non per tutto il popolo, non siamo forse da ciò condotti a supporre con stupore che gli angeli avessero esagerata la bontà e l'ampiezza del loro messaggio, e stimata molto al disopra della sua vera altezza l'importanza dell'opera da compiersi dal Messia da essi annunziato?

Profitteranno tutti dalla morte di Cristo?

     Un altro passo ancora: 

"V'è un sol Dio, un sol mediatore di Dio e degli uomini, l'uomo Cristo Gesù; il quale ha dato se stesso per il prezzo di riscatto per tutti" (1 Tim. II, 5, 6). 

   Un riscatto per tutti? Allora perchè tutti non ritrarrebbero essi qualche benefizio dalla morte di Cristo? Perchè tutti non dovrebbero essi pervenire alla conoscenza delle verità, affin di poter credere?

La chiave e’ il Riscatto: “Che doveva essere attestato a suo tempo”

 

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La crocifissione

     Quanto sembrano oscure e incomprensibili quelle espressioni senza la chiave! Ma se ci vien fatto di trovare la chiave del piano di Dio, quei testi tutti, con voce unanime dichiarano: "Iddio è carità!" 

   Tale chiave preziosa trovasi nell'ultima parte del testo da noi citato or ora : "Secondo la testimonian­za riserbata ai propri tempi" (al tempo fissato o determinato). Iddio ha per ogni cosa un tempo proprio. 

   Egli avrebbe potuto manifestarlo a tutti quanti durante la loro vita; ma poich'egli nol fece, ciò prova che il loro "proprio tempo" è ancora da venire. Il presente è il "proprio tempo" di udire [120] per coloro che fanno parte della Chiesa, della Sposa di Cristo, e che partecipano all'onore del regno dei cieli. Colui che ora ha orecchi da udire, oda e sia attento, e sarà benedetto abbondantemente.

   Quantunque Gesù pagasse il nostro riscatto prima che fossimo nati, il nostro "proprio tempo" di udire non venne che assai dopo, e fu la comprensione soltanto che creò la nostra responsabilità; e ciò concorrentemente col crescere della nostra capacità e conoscenza. Lo stesso principio applicasi a tutti: il tempo determinato da Dio, sarà manifesto a tutti, e tutti avranno l'occasione di credere e di essere benedetti per quel mezzo.

E’ la morte la fine di ogni speranza?

     L'opinione predominante è che la morte ponga fine ad ogni prova; ma non havvi passo alcuno che c'insegni in tal modo; e tutti quelli da noi citati ed altri molti, sarebbero insignificanti o peggio, se la morte ponesse fine ad ogni speranza per la massa ignorante del mondo. 

   Ecco l'unico passo che si cita per provare quella opinione generalmente sostenuta: 

"....quando l'albero cade o verso mezzodì o verso il settentrione ov'egli cade quivi resta". (Eccl. XI, 3).

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Come verranno tutti gli uomini a conoscenza della verita’?

 

 

 

Le due Adami della Bibbia—Adamo e Gesu’.

 

      Ma se questo passo si riferisse in qualche modo all'avvenire dell'uomo, egli dichiara che, in qualunque condizione egli discenda nel sepolcro, cambiamento alcuno non avverrà fino alla sua risurrezione: tale è altresì la dottrina unanime di tutte le Scritture che trattano quel soggetto, come verrà dimostrato nei seguenti capitoli. 

   Poichè Iddio non intende punto salvare l'uomo avendo riguardo alla sua ignoranza, ma "ch'egli vuole — tuttavia — che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità" (1 Tim. II, 4); poichè la gran massa dell'umanità morì nella ignoranza, e poichè "sotterra ove l'uomo va, non vi è nè opera, nè ragione, nè conoscimento, nè sapienza alcuna". (Eccles. IX, I0).

   Iddio ha conseguentemente provveduto al[121] risveglio dei morti affinchè possano pervenire alla conoscenza, e se vogliono, alla fede e alla salvezza. Il suo piano è adunque che "siccome in Adamo tutti muoiono", così ancora "tutti rivivranno per Cristo", ma ciascuno "nel suo proprio ordine" — primieramente la Chiesa, la sposa, il corpo di Cristo; in seguito, durante il Millennio, tutti coloro che diverranno suoi durante quel giorno milleniale della sua presenza (tradotto a controsenso per venuta — avvenimento), (ved. trad. di Lausanne), il "proprio tempo" del Signore, in cui tutti lo conosceranno, dal più piccolo al più grande (1 Cor. XV, 22).

     Siccome la morte è venuta pel primo Adamo, così pure la vita viene per Cristo, il secondo Adamo. Tutto quanto l'umanità perdette pel primo Adamo sarà restituito a coloro che crederanno nel secondo.

   Quando gli uomini saranno richiamati a vita, col vantaggio dell'esperienza del male dietro di essi — il che mancava ad Adamo, — e se essi accettano con gratitudine la redenzione siccome il dono di Dio, essi potranno vivere in eterno conformandosi alla condizione primitiva di obbedienza inverso Dio.

   Sotto al giusto regno del principe della pace una ubbidienza perfetta sarà richiesta ma la perfetta capacità di poter ubbidire sarà altresì data. In ciò consiste la salvezza assicurata al mondo.

Iddio non dara’ la vita eterna a coloro che la rigettano.

     Consideriamo ora un altro testo che è generalmente ignorato da tutti, salvo dagli universalisti (coloro che credono alla salute finale di tutti); avvegnacchè, pur non essendo universalisti pretendiamo avere il diritto di far uso e di credere ogni testimonianza della Parola di Dio e di rallegrarcene. 

   Si legge: "Noi abbiamo sperato nell'Iddio vivente, il quale è Salvatore di tutti gli uomini principalmente dei fedeli (credenti) (1Tim. IV, 10). Iddio vuole salvare tutti gli uomini, tuttavia egli non salverà nessuno principalmente (cioè intieramente [122] nel senso eterno della parola) all'infuori di coloro che verranno a Lui per Cristo Gesù. 

   La salvezza di Dio per tutti glí uomini non è tale da urtarsi col loro libero arbitrio, o colla libera scelta, dando loro la vita contrariamente alla loro volontà. "....ho posto davanti a voi la vita e la morte.... eleggi adunque la vita, acciocchè tu viva...."

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Simeone e Gesu’

     Simeone mise in contrasto quelle due salvezze e­sclamando: "gli occhi miei han veduta la tua salute....luce da illuminar le genti e la gloria del tuo (vero) popolo Israele". Ciò è in armonia colla dichiarazione dell'Apostolo, che il fatto che Gesù Cristo, il mediatore, diede se stesso in riscatto per tutti, deve essere manifesto a tutti, al proprio tem­po. 

   E quello che deve pervenire alla conoscenza di tutti gli uomini, senza riguardo alla fede e alla volontà da parte di essi. Quella buona novella d'un Salvatore sarà per tutto il popolo (Luca II, 10,11) ma la salute speciale dal peccato e dalla morte non perverrà che al suo popolo (Matt. I, 21), a coloro che credono in lui; poichè noi leggiamo che "l'ira di Dio" dimora sull'incredulo. (Giov. III, 36).

Una salvezza in generale e la salvezza speciale.

     Noi crediamo adunque che la salute generale, che deve giungere ad ogni individuo consiste nella luce proveniente dalla luce vera e nell'opportunità di scegliere la vita; e siccome la parte maggiore della razza umana sta nel sepolcro, sarà necessario trarnela fuori, affinchè la buona novella d'un Salvatore possa esserle manifestata. 

   E vediamo del pari che la salute speciale, di cui godono attualmente i credenti nella speranza (Rom. VIII, 24) e la cui realizzazione sarà altresì manifestata nel Millennio a coloro che "avranno creduto in quel giorno" è una piena liberazione dalla schiavitù del peccato e della corruzione della morte, nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio.

   Ma per ottenere tutte queste benedizioni si richiede una cordiale sottomissione di ognuno alle leggi del regno di Cristo, — la rapidità con cui vien raggiunta la perfezione, indica il grado di amore d'ognuno verso il Re e verso la sua legge d'amore. 

 

 

La vera luce che finalmente illuminera’ ogni uomo.

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    Se qualcuno, illuminato dalla verità, è pervenuto alla conoscenza dell'amore di Dio ed è ristabilito alla perfezione umana (sia ciò attuale, o come tale considerato), se egli si "ritira", e si "sottrae", (Ebr. X, 38, 39), colui sarà "distrutto d'infra il popolo". (Fatti III, 23) cogl'increduli, è la morte seconda (Apoc. XXI, 8).

     Vediamo in tal modo che tutti i passi che parevano fin qui tanto difficili, si spiegano facilmente per la dichiarazione: "La testimonianza riservata al proprio tempo". 

   Al proprio tempo, sarà la "Grande allegrezza che tutto il mondo avrà". Al proprio tempo "la luce verrà e illuminerà ogni uomo venuto nel mondo". E quei passi non possono essere spiegati in nessun altro modo senza essere snaturati. Paolo tratta quell'ordine d'argomenti con molta energia in Rom. V, 18, 19. 

   Egli conclude che, siccome tutti gli uomini furon condannati alla morte per la trasgressione di Adamo, così pure, la giustizia e l'obbedienza di Cristo fino alla morte, li giustifica tutti per la vita; e che, come tutti perdettero la vita pel primo Adamo, così tutti, indipendentemente del loro personale demerito, possono ricevere la vita coll'accettare il secondo Adamo.

Restaurazione d’Israele

 

 

Cosí dice il Signore,

Restaurazione predicata 
da Tutti I Santi Profeti

     Ci dice Pietro che di quella restituzione o ristaurazione è stato parlato per bocca di tutti i santi profeti. (Fatti III, 19-21). Tutti ne parlano infatti. Ezechiele parla della valle di ossami molto secchi:

"Queste ossa son tutta la Casa d'Israele:

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La Visione di Ezechiele --- La Valle di Ossa Secche

l'Eterno: Ecco, io aprirò i vostri sepolcri, vi farò uscire dalle vostre tombe, e vi ricondurrò nel paese d'Israele

Riconoscerete che io sono l'Eterno, quando... Metterò in voi il mio Spirito e vi porrò sulla vostra terra; allora riconoscerete che io, l'Eterno, ho parlato e ho portato a compimento la cosa, dice l'Eterno."

                   (Ezechiele XXXVII, 11-14).

 

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Menorah nell’ Israele

 

 

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Vigna nell’ Israele

     E con queste armonizzano le parole di Paolo (Rom. XI, 25-26) Ved. vers. di Darby. 

"Induramento o acciecamento parziale è avvenuto ad Israele, finchè la pienezza delle nazioni (il popolo eletto, la sposa di Cristo) sia entrata; e così tutto Israele sarà salvato (o ricondotto dal suo stato di reietto); conciossiachè "Iddio non abbia rigettato il suo popolo il quale egli ha innanzi conosciuto" (vers. 2).

   Gl'Israeliti sono stati respinti dal suo favore durante il tempo della scelta della sposa di Cristo, ma saranno ristabiliti appena sarà compiuta quell'opera (vers. 28-33). I profeti abbondano in descrizioni mostranti come Iddio li ripianterà e non li divellerà più.

"Così ha detto il Signore Iddio d'Israele.... Volgerò l'occhio mio verso loro in bene, e li ricondurrò in questo paese; e li edificherò e non li distruggerò più; e li pianterò, e non li divellerò più; e darò loro un cuore per conoscermi, che io sono il Signore, essi mi saranno popolo, ed io sarò loro Dio; perciocchè si convertiranno a me di tutto il loro cuore" (Ger. XXIV, 5-7, XXXI, 28 ; XXXII, 40-42; XXXIII, 6-16.

     Tutte queste dichiarazioni non possono riferirsi semplicemente alle liberazioni dalla schiavitù di Babilonia, d'Assiria, etc., poichè gl'Israeliti furono nuovamente divelti in seguito.

Tutti che moriranno nel Millennio moriranno per la propria iniquità.

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     Più lungi il Signore dice ancora:

"In quei giorni non si dirà più: I padri han mangiato l'agresto e i denti dei figliuoli ne sono allegati. Ma ognuno morrà per la sua iniquità; chiunque mangerà l'agresto, i denti gli si allegheranno". (Ger. XXXI, 29-30).

     Non se ne può dire altrettanto ora. Ognuno non muore pei suoi propri peccati ora, ma a cagione del peccato di Adamo: "In Adamo tutti muoiono". 

   Lui fu che mangiò l'agresto del peccato, [125] e i nostri padri continuarono a mangiarne, trasmettendo una dose sempre maggiore di malattie e di miserie ai loro figliuoli "affrettando in tal modo il salario del peccato, — la morte. Il giorno in cui "ognuno (che muore), morrà per la sua iniquità." soltanto è il giorno millennario del ristoramento.

Le promesse ad Israele hanno un’applicazione in generale.
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     Se molte fra le profezie e promesse di benedizioni future sembrano applicarsi a Israele soltanto, giova tener presente che Israele era un popolo tipico, e che in virtù di ciò le promesse fatte a lui benchè abbiano talvolta un'applicazione speciale si applicano a tutto il mondo in generale, di cui Israele fu il tipo. 

   Mentre Israele come nazione era il tipo del mondo intiero, il suo sacerdozio era il tipo del "piccolo gregge eletto (la testa ed il corpo di Cristo), il "reale sacerdozio"; ed i sacrifizi, le purificazioni e le propiziazioni eseguite per Israele, simboleggiavano i "sacrifizi più eccellenti", le purificazioni più complete o la propiziazione o l'espiazione reale "per i peccati di tutto il mondo" di cui Israele era parte.

La  restaurazione e’ promessa a tutta l’umanita’, il popolo di Sodoma incluso.

 

 

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Lot lasciando Sodoma

     E non solo è così, ma Iddio menziona per nome altre nazioni promettendo loro una restaurazione. Come illustrazione potente, noi menzioneremo i Sodomiti. Se noi troveremo la restituzione dei Sodomiti chiaramente insegnata noi possiamo rallegrarci, per certo, di quella gloriosa dottrina della restituzione di tutto il genere umano, espressa per bocca di tutti i santi profeti. 

   E perchè i Sodomiti non avrebbero essi pure un'occasione di raggiungere la perfezione e la vita eterna al pari d'Israele, o di alcuni di noi? Essi non eran giusti, è vero, ma Israele nol fu neppure, nè lo siamo, ahimè, noi, che ora udiamo l'evangelo. 

   "Non vi è alcun giusto, non pure uno", indipendentemente dalla giustizia che ci è imputata per Cristo che morì per tutti. Le parole stesse di Gesù ci dicono che, quantunque Iddio facesse piovere dal cielo fuoco e zolfo, e tutti li [126] distruggesse a causa delle loro iniquità, i Sodomiti non furono nondimeno cosi grandi peccatori ai suoi occhi, quanto lo furono i giudei che possedevano maggiori conoscenze. (Gen. XIX, 24; Luca XVII, 29). 

   Ai Giudei di Capernaum egli dice: 

"Se in Sodoma fossero state fatte le potenti operazioni, che sono state fatte in te, ella sarebbe durata infino al dì d'oggi". (Matt. XI, 23).

Tutti avranno un’ opportunita’ nel Giorno del Giudizio.

 

 

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Rovine della Sinagoga a Capernaum

Benedizioni futuri per is Sodomiti

     Da ciò il Signore c'insegna che i Sodomiti non avevano ancora avuta una piena occasione di salvezza; ma egli la garantisce loro quando egli soggiunge: "Ma pure io vi dico che il paese di Sodoma sarà più tollerabilmente "in modo più sopportabile" (Darby), trattata nel giorno del giudizio che tu" (vers. 24).  

   Il carattere del giorno del giudizio in un coll'opera sua sarà dimostrato in seguito. Vogliamo qui attrarre particolarmente l'attenzione sul fatto che sarà un tempo sopportabile (tollerabile) per Capernaum e più sopportabile ancora per Sodoma; perchè quantunque nessuna delle due avesse avuto ancora una piena conoscenza, che nessuno avesse gustato le benedizioni a venire per la "semenza". Capernaum tuttavia peccò contro ad una luce maggiore.

Il “Nuovo Patto.”

     E se Capernaum e tutto Israele non saranno dimenticati, ma saranno anzi benedetti sotto al "nuovo patto", suggellato col sangue di Gesù, perchè i Sodomiti non dovrebbero essi pure essere benedetti fra "tutte le famiglie della terra?", Certamente essi lo saranno.

   E non dimentichiamo che, nel modo stesso che Iddio "fece piovere dal cielo fuoco e zolfo che li fece tutti perire", molti secoli prima del tempo di Gesù, allorchè è parlato del loro ristoramento ciò implica in pari tempo la risurrezione e l'uscita dal sepolcro.

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Sale intorno il Mar Morto, vicino la zona di Sodoma e Gomorra

 

 

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Rovine alla zona di Sodoma

     Prendiamo ora ad esaminare la profezia di (Ezec. XVI, 48-63). Leggiamo attentamente: Quivi Iddio parla degli Israeliti e li paragona coi loro vicini [127] i Samaritani ed anche coi Sodomiti, dei quali egli dice: "Io li tolsi via, come vidi che doveva farsi" (vers. 50). 

   Nè Gesù, nè il profeta forniscono spiegazione alcuna di quella apparente ineguaglianza di procedimento da parte di Dio nel distruggere la città di Sodoma e permettendo ad altre, più colpevoli di essa, di rimanere impunite. Tutto ciò avverrà un giorno, allorchè al "tempo stabilito" i suoi grandi disegni saranno manifestati. 

   Il profeta dice semplicemente che a Dio piacque di agire così, e Gesù aggiunge che il giorno del giudizio sarà più sopportabile per essa che non per altri più colpevoli. Ma, nella supposizione che la morte ponga fine ad ogni prova, e che in conseguenza nessuno possa 'avere, alla risurrezione, un'occasione di pervenire alla conoscenza della verità e di seguirla, noi domanderemo: Perchè Iddio trovò egli buono di distruggere quel popolo senza dargli una possibilità di accettare la salvezza per la conoscenza del solo nome dato agli uomini per il quale ci convenga essere salvati? 

   La risposta è: Perchè non era ancora il "proprio tempo" per lui. Al "proprio tempo" i Sodomiti saranno risvegliati dalla morte e condotti alla conoscenza della verità, e saranno benedetti insieme con tutti gli altri popoli per la "semenza" promessa. Allora essi saranno messi alla prova per la vita eterna.

Ogni essere dell’Umanita’ avra un posto nel Piano di Dio.

 

     Per questo pensiero (e per nessun'altra via) noi possiamo comprendere il procedere del Dio d'amore inverso Amalech, ove gli Amalechiti ed altre nazioni che egli non soltanto permise a Israele di distruggere, ma perfino lo comanda dicendo: 

"Ora va, e percuoti Amelec, e distruggete al modo dell'interdetto tutto ciò che è suo; e non risparmiarlo; anzi fa morire uomini e donne, fanciulli bambini di poppa, buoi e pecore, carrelli ed asini" (1 Sam. XV, 3). 

   Quella distruzione di vita indifferente e senza  riguardo  sembra  essere  inconciliabile  col  carattere [128] di carità attribuito a Dio e coll'insegnamento di Gesù "amate i vostri nemici", etc. fino a che non giungiamo a riconoscere che il piano di Dio è organizzato sistematicamente, che vi è un "tempo determinato" per ogni parte dì quel piano e che ogni membro della grande famiglia umana vi trova il suo posto.

     Ci è dato ora di vedere che quegli Amalechiti, Sodomiti ed altri sono stati messi avanti come esempi della giusta indegnazione di Dio, e della sua risoluzione di distruggere finalmente e completamente gli operatori d'iniquità: degli esempi che serviranno non solo ad altri, ma ad essi stessi allorchè verrà il loro giorno di giudizio o di prova.

   Quei popoli potevano benissimo morire così quanto lo avrebbero potuto per la peste od altro flagello. Ciò aveva per essi pochissima importanza, poichè non dovevano semplicemente conoscere che il male, affinchè al tempo previsto essi possano apprendere la giustizia e la dirittura allorchè saranno messi alla prova, e saranno capaci di fare la distinzione e di scegliere il bene per aver vita.

Esempi utili a mostrare la giusta indegnazione di Dio.

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Gli Amalekiti uccisi

Cristo ritorna per aprire le porte dei sepolcri.

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     Continuiamo non di meno a esaminare la profezia. Dopo avere paragonato Israele con Sodoma e Samaria e aver dichiarato Israele più degno di biasimo (Ez. XVI, 48-54), il Signore dice: "quando io ritirerò di cattività, cioè Sodoma, e le sue terre; e Samaria, e le sue terre; ritrarrò te altresì fra loro dalla captività delle tue captività". 

   La captività di cui è qui quistione non può essere che la schiavitù della morte; conciossiachè i popoli menzionati, in particolar modo i Sodomiti, fossero già morti allora.

Le promesse di Dio son sicuri ---“Confermati da Dio in Cristo.”

 

 

 

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L’Antico Patto sara’ sostituito col Nuovo Patto

     Tutti sono captivi nella morte, e Cristo viene per aprire le porte dei sepolcri e mettere in libertà i captivi (Es. LXI, 1; Zaccaria IX, 11). Al vers. 55 ciò vien chiamato un "ritorno al primiero stato", una ristaurazione. 

   Sonvi cristiani abbastanza propensi [129] pensi ad accettare la misericordia di Dio per Cristo per la remissione dei propri peccati, offese e debolezze commesse in seguito a conoscenze e lumi più abbondanti, ma che non possono concepìre che la medesima grazia sia applicabile ad altri sotto al Nuovo Testamento; quantunque sembrino ammettere la dichiarazione dell'Apostolo che Gesù, per grazia di Dio, soffrì la morte per tutti. 

   Certi d'infra essi hanno perfino l'idea che il Signore deve aver parlato ironicamente ai Giudei in quella profezia facendo credere ch'egli voleva ricondurre tanto i Sodomiti quanto essi medesimi, ma senza intenzione di ristorare nè gli uni nè gli altri. Vediamo un po' se il versetto seguente si armonizza con quell'idea. Il Signore dice: 

"Ma pure io mi ricorderò del mio patto, che io feci teco nei giorni della tua fanciullezza, e ti fermerò un patto eterno.

"Allora tu ti ricorderai delle tue vie, e sarai confusa, quando riceverai le tue sorelle maggiori.... io fermerò il mio patto teco, e tu conoscerai che io sono il Signore. 

"Acciochè tu ti ricordi di queste cose, e abbi vergogna, e non apri più la bocca, per lo tuo vituperio, dopo che io mi sarò placato inverso di te, di tutto ciò che tu avrai fatto, dice il Signore Iddio". (Ezech. XVI, 60-63).

  Allorchè una promessa porta così la firma del grande Geova, tutti quelli che hanno scritto sul loro suggello che "Iddio e verace" possono con intiera fiducia rallegrarsi del suo adempimento certo; coloro specialmente i quali riconoscono che quei doni dì salvezza del Nuovo Patto sono stati confermati da Dio in Cristo, il quale col suo prezioso sangue dovrà suggellare il Patto.

Gli Israeliti sono amati per via dei loro padri.


Padre Abrahamo

     A quanto sopra Paolo aggiunse la sua testimo­nianza dicendo:

"E così tutto Israele (vivi e morti) sarà salvato, secondo ch'egli è scritto: 

"Il Liberatore verrà di Sion, e egli torrà d’innanzi a se l'empietà di Giacobbe; e questo sarà il patto che avranno [130]  da me, quando io avrò tolti via i lor peccati...

"Ben sono essi nemici quant'è all'evangelo per voi, ma quant'è all'elezione, sono amati dai padri. 

"Perciocchè i doni e la vocazione (appello) di Dio sono senza pentimento" (Rom. XI, 26-29).

     I Giudei, i Sodomiti, i Samaritani e tutto il genere umano saranno confusi e vergognosi, non vi è ragione di maravigliarsene, allorchè al suo proprio tempo Iddio manifesterà le immense ricchezze della sua grazia. 

   Sì, molti di coloro che sono presentemente Figliuoli di Dio, saranno confusi e meravigliati quando essi vedranno quanto Iddio amò il Mondo, e quanto i suoi piani ed i suoi pensieri sia­no più alti dei nostri.

I pensieri e piani di Dio trascendono i nostri.

     Il popolo cristiano crede generalmente che le benedizioni di Dio non sono che per la Chiesa eletta, e soltanto per essa, ma ora noi scorgiamo che il piano di Dio è più largo di quanto avevamo supposto; e che se egli ha dato alla Chiesa "le maggiori e più preziose promesse", egli non trascurò neppure di fare provviste abbondanti pel mondo che egli amò abbastanza per riscattarlo. 

   I Giudei commise­ro un errore del medesimo genere nell'ammettere che tutte le promesse di Dio fossero per essi, e per essi soltanto; ma allorchè il "proprio tempo" venne e che i Gentili (Nazioni) furono favoriti, gli eletti d'Israele, il cui cuore era abbastanza largo per rallegrarsi di quella prova più ampia della grazia di Dio condivisero quel favore crescente, mentre gli altri furono acciecati dai loro pregiudizi e umane tradizioni.

   Badino i membri della Chiesa i quali veggono apparire ora la luce radiosa dell'età Milenniale, coi suoi vantaggi grandiosi per tutto il mondo, per tema d'essere trovati in opposizione alla luce ognor crescente, ed essere acciecati verso la sua gloria ed i suoi benefizi per alcun tempo.

Verita’ trasvoltate.

     Quanto mai quel glorioso piano di Dio, dell'elezione d'un piccolo numero che sarà più tardi in benedizione [131] nedizione per tutto il mondo, differisce dall'altera­zione di quelle verità, quali esse sono rappresentate dalle vedute reciprocamente opposte del Calvinismo e dell'Arminianismo. 

   Da un lato il primo nega la dottrina biblica della libera grazia, e d'altra parte deforma la gloriosa dottrina dell'elezione; l'ultimo nega la dottrina dell'elezione, e trovasi nell'impossibilità di comprendere l'abbondanza delle ricchezze della grazia universale di Dio.

Il Calvinismo dice, Iddio e’ savio e potente, pero’ ingnora l’amore e la giustizia.

     Il Calvinismo dice: Iddio è sovranamente savio; la fine gli fu nota fin dal principio; e siccome si eseguiscono tutti i suoi disegni, egli non potè mai avere avuto in mente di salvare oltre un piccolo numero, la Chiesa. 

   Elesse e predestinò questa alla salvezza eterna; tutti gli altri furono altresì predestinati ed eletti, ma per andare alla dannazione eterna; poichè "le opere di Dio gli son note a perpetuità". Questa opinione ha i suoi lati buoni. Essa riconosce l'onniscienza di Dio. 

   E sarebbe il nostro ideale d'un Dio grande, se non fosse che gli mancano due qualità essenziali di vera grandezza, cioè l'amore e la giustizia; nè l'una nè l'altra emergono, avendo egli fatto condannare alle pene eterne prima di essere nati, cento quarantadue bilioni, ingannati ancora per giunta dalla solenne dichiarazione del suo amore. 

   Poichè Iddio è carità, e la giustizia e l'equità sono la base del suo trono, tale non può essere il suo carattere.

L’Armenianismo dice, Iddio e’amorevole e giusto, pero’ ignora sapienza e potenza.

     L'arminianismo dice: — Per certo, Iddio è carità, e facendo venire al mondo l'umanità non aveva in vista nulla di male, — bensì il bene soltanto. Ma Satana riuscì a tentare la prima coppia, e così il peccato entrò nel mondo, e per il peccato la morte. 

   E dopo, Iddio ha fatto quanto stava in lui per liberare l'uomo dal suo nemico, e andò fino al punto di dare il suo Figliuolo. E quantunque, dopo sei mila anni, l'Evangelo non abbia conquiso che una [132] parte ben minima dell'umanità, noi crediamo e spriamo tuttavia che in altri sei mila anni, mercè l'energia e la liberalità della Chiesa, Iddio avrà tamente rimediato al male introdotto da Satana, che tutti coloro che vivranno allora potranno per lo meno conoscere il suo amore e avranno un'occasione di credere per essere salvati.

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Dio e’ il padrone dei Suoi piani.

 

     Mentre tale modo di vedere rappresenta Iddio come un essere pieno di benevolenza e di intenzioni caritatevoli per le sue creature, esso lascia credere altresì che per l'adempimento delle sue intenzioni benevoli gli manchino le facoltà e la prescienza necessaria: che egli non possegga abbastanza sapienza e potenza. 

   Secondo quella teoria parrebbe che mentre Iddio non si occupava che del bene dei suoi figliuoli nuovamente creati, Satana s'introdusse e con la potenza sua rovesciò tutti i piani di Dio, in modo tale che Esso, ad onta di tutto il suo potere ebbe bisogno di dodici mila anni per ristabilire la giustizia, al punto che l'umanità avrà almeno l'opportunità di scegliere tra il bene e il male.

   Ma i cento quaranta due bilioni di esseri umani dei sei mila anni trascorsi e quelli dei sei mila anni a venire sono, secondo quella dottrina malgrado l'amore di Dio, perduti per tutta l'eternità, perchè Satana intralciò i suoi piani. In tal modo Satana ne otterrebbe mille per le pene eterne contro uno che Iddio salverebbe nella gloria. 

   Non deve forse un'opinione simile esaltare l'idea dell'uomo sulla sapienza e sulla potenza di Satana e menomare la sua stima per gli attributi di quel Dio del quale però il Salmista dice: "Egli dice, e la cosa avviene, egli ordina, ed essa esiste?" 

   Ma lungi da ciò, Iddio non fu gabbato nè sorpreso dall'avversario; Satana non ha in alcun modo traversati i suoi piani. Iddio è perfettamente padrone della situazione, e lo fu sempre; e finalmente si vedrà che tutto ha concorso all'adempimento dei suoi disegni. [133]

Rallegrativi, perché la vostra redenzione è vicina!

 

 

 

 

 

 

"Ora, quando queste cose cominceranno ad accadere, guardate in alto e alzate le vostre teste perché la vostra redenzione è vicina". Luca 21:28

     Mentre le dottrine dell'elezione e della libera grazia, quali vengono esposte dal calvinismo e dall'arminianismo non hanno potuto mai armonizzare l'una coll'altra, nè colla ragione nè colla Bibbìa, quelle due gloriose dottrine sono pur tuttavia belle e armoniose se sono contemplate al punto di vista del piano delle età. 

   Poichè noi vediamo che tanti di quei grandi e gloriosi tratti del piano di Dio per salvare l'uomo dal peccato e dalla morte si trovano ancora nel futuro e che la seconda venuta del nostro Signor Gesù è il primo passo nell'adempimento di quelle benedizioni promesse da tanti secoli e da tanto tempo aspettate, non dovremmo noi a causa di ciò, bramare più ardentemente quella seconda venuta, di quanto il popolo ebreo, meno illuminato, bramasse il suo primo avvenimento? 

   Vedendo che il tempo del male, dell'ingiustizia, dell'oppressione e della morte tocca al suo termine per l'impero che egli eserciterà allora, e che la giustizia e la pace diverranno universali, chi non potrebbe rallegrarsi di vedere il suo giorno? E chi, fra coloro che soffrono ora con Cristo non sarebbe entusiasmato della sua preziosa promessa: 

   "Se noi soffriamo con Lui, con Lui altresì regneremo"? 

   Chi non alzerebbe il capo? Chi non si rallegrerebbe ad ogni presagio dell'avvicinarsi del Maestro, sapendo da ciò che la nostra liberazione e la nostra glorificazione con Lui s'avvicinano? 

   Certamente coloro tutti che simpatizzano colla sua missione di benedizione e col suo spirito d'amore saluteranno con gioia ogni indizio della sua venuta come l'avvicinarsi della "grande allegrezza che tutto il popolo avrà". [134]


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VIENI, CELESTE RE

Vieni, celeste Re,
Vogliam cantare a Te
Le tue lodi.
Sei padre di pietà,
Di pace e carità;
Con Te si regnerà
Nell'alto ciel.

L'alma del suo macchiar.
Deh! Vieni a regnar
Nel nostro cor.

Vien Tu, Consolator.
Sei lume e sei amor;
Noi ti bramiam.
Tu sei potente ognor,
Tu guidi mente e cor,
Di grazia largitor
Sei tu Signor.

 

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